Napoli, cellule staminali in Ortopedia: congresso Acoto

di Redazione

Napoli – “Grazie alle cellule staminali, il sogno è quello di passare da una medicina sostitutiva a una rigenerativa, che consenta di rinnovare i tessuti e non di sostituirli con materiale sintetico o metallico. Le promesse e i campi di applicazione sono enormi”.

Con queste parole il professor Giuseppe Monteleone, direttore della Unità operativa complessa (Uoc) di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale San Paolo di Napoli, ha indicato il campo d’azione relativo alle possibilità applicative delle cellule staminali in campo ortopedico.

Il professionista partenopeo, considerato uno dei massimi esperti in Campania e Italia delle metodologie mediche che utilizzano le cellule staminali, ha illustrato le ultime novità dei suoi studi durante il ventesimo congresso regionale Acoto (Associazione campana ortopedici traumatologi ospedalieri), all’Hotel Royal Continental di Napoli che ha riguardato il tema: “Le innovazioni biologiche e tecnologiche in ortopedia e traumatologia”. Monteleone sarà tra i protagonisti della sessione “Innovazioni biologiche in ortopedia”, in cui ha spiegato risultati e prospettive relative all’utilizzo delle staminali.

“La mia esperienza con le cellule staminali risale ormai a diversi anni fa, con l’inizio di uno studio sperimentale con il laboratorio di genetica dell’Asl Napoli 1 e la Regione Campania. – ha spiegato Monteleone – Sono ormai circa dieci anni che presso i centri da me diretti si pratica la terapia con fattori di crescita piastrinici e poi, da circa due anni, si pratica prelievo e impianto delle staminali. Solo altri tre centri in Italia hanno una esperienza paragonabile alla nostra. All’incontro dell’Acoto presenterò la tecnica messa a punto per il prelievo delle cellule staminali da tessuto adiposo, la metodica di preparazione e attivazione ed i risultati ottenuti”.

Un’intuizione che ha portato Monteleone a dedicare parte della propria carriera allo studio del tema, portandolo a frequentare centri nazionali e mondiali all’avanguardia nella metodica delle staminali applicate all’ortopedia. “La sperimentazione è conclusa e possiamo escludere che queste cellule, trattate in questo modo, siano pericolose per la salute. Posso affermare che le indicazioni possibili sono infinite e quelle codificate solo poche. Se verranno utilizzate da persone preparate, seguendo i protocolli codificati, saranno un successo clinico. Se verranno volgarizzate saranno un fallimento”.

Monteleone è considerato uno dei punti di riferimento nazionali relativi all’applicazione di tale metodologia poiché, negli anni, è stato in grado di sviluppare le basi scientifiche, la tecnica di prelievo e d’impianto, diventando referente scientifico delle due principali ditte produttrici di kit specifici per questo tipo di procedura.

“Le indicazioni possibili sono innumerevoli. – ha proseguito il professionista partenopeo – Al momento noi le utilizziamo in tutti quei casi in cui notiamo un deficit di spinta biologica alla guarigione. Per esempio quando c’è una lesione ossea, il compito dell’ortopedico consiste nell’allineare i frammenti ossei e aspettare che l’osso guarisca. Quando la seconda fase manca, l’utilizzo delle staminali può portare a una stimolazione sufficiente a garantire la guarigione del paziente. Le patologie più frequenti sono le patologie tendinee della spalla e del ginocchio, le patologie cartilaginee dell’anca, del ginocchio e del collo piede ed i ritardi di consolidazione delle ossa”.

L’orizzonte delle cellule staminali sembra essere immenso e solo il tempo potrà dire quali saranno i limiti di tale utilizzo. “Mi preme sottolineare che la grande innovazione di questa tecnica è la sua assoluta mini invasività. Il prelievo si effettua con una incisione paraombelicale di circa mezzo centimetro ed il prelievo non lascia assolutamente tracce cicatriziali visibili”.

Il Mezzogiorno d’Italia e, in particolar modo la Campania, vanta una classe di esperti nel settore delle staminali di ottimo livello, ma si scontra con le carenze di budget che spesso bloccano l’avanzamento dei singoli e della collettività. “In quanto a conoscenze e professionalità, – ha concluso Monteleone – siamo al livello dei migliori centri italiani e mondiali. Purtroppo, per la sanità pubblica è necessaria un’organizzazione e delle strutture adeguate ed in questi campi non siamo all’avanguardia, ma il futuro sembra promettente”.

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