Macchine devastate, agguati, intimidazioni: sono le angherie subite dai colleghi di Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni, la coppia diabolica dell’ospedale di Saronno. La loro vittima principale è stata poi l’infermiera che li ha denunciati, quella che si era ribellata ad applicare il “metodo Cazzaniga” ad un’anziana salvandole la vita. Per lei una minaccia diretta: “Potrei ucciderti in qualunque momento”.
Le indagini della procura di Busto Arsizio proseguono e portano a galla un clima pesantissimo in quell’ospedale dove forse decine di persone hanno perso la vita a causa del piano diabolico di questa coppia formata da un’infermiera e un medico anestesista. E forse ad ispirare, ad essere il macabro cervello di questa follia potrebbe essere proprio lei, Laura Taroni, accusata di aver ucciso il marito ma anche la mamma.
Ma che qualcosa non andava nel reparto lo avevano capito i colleghi della coppia. Tant’è vero che era arrivata ai vertici della struttura una denuncia ed era stata convocata una commissione medica interna per decidere sul caso. Ma la commissione, formata da colleghi di Cazzaniga, ha deciso che tutto andava bene. Forse per proteggere la “corporazione”, il buon nome dell’ospedale, chissà. Una decisione però presa senza guardarsi nemmeno in faccia, tutto via email. Mai una convocazione fisica, Cazzaniga per i suoi colleghi agiva bene. E ora i membri di quella commissione sono tutti indagati.
Chi però non si è accontentata di questa decisione è stata un’infermiera, C.L., quella che si è presentata ai carabinieri per denunciare le strane morti. Quella che si è rifiutata di applicare il metodo Cazzaniga ad una signora anziana, salvandole così la vita. Una ribellione che l’anestesista non ha accettato di buon grado visto che è arrivata a minacciarla direttamente: “Tu sei finita, io potrei ucciderti in qualunque momento, tu qui non lavorerai mai più”.
Ma non solo lei, anche altri dipendenti dell’ospedale vivevano sotto intimidazione dei due. Dispetti che visti col senno di poi erano avvertimenti molto pericolosi. Macchine danneggiate, ruote bucate, aggressioni verbali: questo subivano i colleghi di una ipotetica “lista” stilata dalla coppia diabolica.
Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni si sentivano onnipotenti, non temevano nessuno tant’è vero che non preparavano alcuna fuga. Erano certi che non potendoci più essere autopsie sui corpi cremati delle loro presunte vittime, nessuno poteva fermarli o indagarli. Ma un altro filone di indagine si sta per scoperchiare: quello patrimoniale. Troppi soldi sembra girassero attorno ai due indagati, strani giri di quote societarie. La vicenda di Saronno potrebbe allargarsi in maniera del tutto inaspettata.