Truffe su donazioni: spesso dietro si nasconde un affare chiamato “solidarietà”

di Antonio Arduino

Aversa – Dona al mese per ridare la vista ad un bambino. Dona al mese per visite di controllo (ovviamente a un bambino). Dona al mese per medicinali indispensabili (sempre a un bambino). Dona al mese per operazioni urgenti (ancora a un bambino). Dona al mese per cure e assistenza (ancora a un bambino). Dona per ridare il sorriso a un bambino. Dona 10 euro, 7 euro al mese, 5 euro al mese. Dona, dona, dona. Basta una telefonata o un sms solidale per risolvere situazioni gravi, impossibili da affrontare senza denaro.

In fondo chi domanda di donare non chiede che una goccia d’acqua che messa insieme a tante altre gocce può dissetare chi ne ha bisogno. Un aiuto che viene chiesto con foto di bambini affetti da malformazioni, di bambini defedati al punto da essere scheletrici, di bambini distesi su lettini d’ospedale per essere medicati od operati.

Tutte immagini che puntano a stimolare un sentimento di solidarietà in chi guarda il volto di quei bambini, ripresi in maniera ben visibile malgrado si parli tanto di tutela della privacy in particolar modo di quella dei bambini, una norma che forse vale solo per i bambini italiani i cui volti nelle riprese televisive vengono oscurati.

Non così per quelli utilizzati per gli spot “Dona” che di cui viene mostrato immancabilmente il volto, meglio se deturpato da malformazioni. Sono immagini forti, capaci di spingere, anzi di forzare alla donazione. Ma quella donazione, quell’sms servirà davvero per dare aiuto o è la solita truffa all’italiana?

Questa la domanda che viene spontanea riflettendo su due dati il primo riguarda i bambini degli spot “dona, dona” che sono tutti di colore nero, il colore degli abitanti del continente africano, il secondo è che chi chiede si cela dietro il nome di società che sembrano essere specializzate nel dare assistenza sanitaria in diversi settori per ciascuno dei quali chiedono di donare 9 euro, proponendo numeri verdi diversi, specifici per ogni tipo di obiettivo che propongono a chi dona, da chiamare per donazioni che vadano oltre i 9 euro standard.

Considerando che, a differenza di quanto accade per Telethon o per la Fabbrica del Sorriso, i risultati della donazione non vengono resi noti sembra logico chiedersi se lo Stato garantisca il buon fine della donazione con una struttura di controllo che verifichi l’esistenza delle società od organizzazioni che propongono la donazione, che controlli i progetti che intendono realizzare, valutandone anche i costi, e se vengano davvero utilizzate le somme raccolte per i fini dichiarati negli spot pubblicitari.

Di truffe sulle donazioni fatte persino con gli sms ne sono state scoperte tante ed è naturale essere diffidenti, così come è logico chiedere che lo Stato controlli e dia risposte certe affinché dietro le associazioni Onlus che chiedono non si nasconda un giro d’affari che nulla a che fare con la solidarietà.

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Redazione
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