‘Ndrangheta, 33 arresti tra la cosca Piromalli di Gioia Tauro

di Redazione

La cosca Piromalli di Gioia Tauro gestiva e controllava il mercato ortofrutticolo di Milano e il porto di Gioia Tauro. Trentatrè i fermi eseguiti dal Ros dei carabinieri giovedì mattina nella Piana di Gioia Tauro e in altre regioni d’Italia.

L’inchiesta ‘Provvidenza’, coordinata dalla Procura distrettuale di Reggio Calabria, ha accertato gli interessi dei Piromalli, una delle cosche più potenti nel panorama criminale internazionale, anche negli Stati Uniti, dove l’Fbi sta svolgendo accertamenti sul ruolo assunto dalla famiglia in alcune operazioni finanziarie.

A gestire le attività del clan era Antonio Piromalli, 45 anni, residente a Milano, figlio di Giuseppe, uno dei capi storici della ‘drina di Gioia Tauro. Il figlio del boss attraverso la società di riferimento «P&P srl», curava l’esportazione di prodotti ortofrutticoli dalla Calabria verso i mercati del Nord Italia. In particolare la sua società riforniva le aziende ‘Ortopiazzola’ e ‘Polignanese’ (sottoposte a sequestro), inserite nel mercato ortofrutticolo milanese. Aziende, quest’ultime, costrette a subire con le minacce l’imposizione dei prezzi da parte del clan.

I Piromalli avevano allargato le loro attività anche in America. In particolare la cosca si era inserita nel mercato statunitense esportando grossi quantitativi di olio grazie alla complicità di un esponente italo-americano, vicino alla famiglia di ‘ndrangheta della Piana di Gioia Tauro. Si tratta di Rosario Vizzari, imprenditore residente in New Jersey, organico alla cosca.

L’italo-americano era a capo di un’articolata holding, costituita da società di stoccaggio e distribuzione merci, una delle quali con sede operativa in provincia di Milano. Vizzari curava i rapporti e aveva ottimi legami con imprenditori di Boston, Chicago e New York. Grazie a questi contatti, la cosca Piromalli era riuscita a esportare ingenti quantitativi di prodotti provenienti dalla lavorazione dell’olio di oliva, da inserire nella grande distribuzione americana.

Ma non sono queste le uniche attività su sui avevano messo le mani i Piromalli. Dall’inchiesta emerge tutto un mondo illecito di reimpiego di risorse economiche in società di abbigliamento collegati ai grandi marchi francesi ‘Jennyfer’ e ‘Celio’, con punti vendita a Milano e Udine, curati da prestanomi del clan. I Piromalli avevano nella Piana di Gioia Tauro il monopolio delle imprese che operavano nel campo dell’edilizia, nella gestione delle attività alberghiere e la partecipazione nella realizzazione di un centro commerciale vicino allo svincolo autostradale di Gioia Tauro. Le accuse contestate ai fermati sono associazione a delinquere, traffico di stupefacenti, intestazione fittizia di beni, autoriciclaggio e tentato omicidio.

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