Cesa – “Statti accorto, conosciamo te, i tuoi figli, i vostri spostamenti”. Finisce con questa affermazione una lunga lettera anonima con la quale sono state rivolte minacce al sindaco di Cesa Enzo Guida, esponente del Partito Democratico, di professione avvocato penalista.
E’ stato lo stesso primo cittadino cesano a chiedere agli impiegati che gli hanno mostrato la lettera, giunta per posta al comune e a lui indirizzata, di protocollarla. Subito dopo si è recato presso la locale caserma dei carabinieri per denunziare le minacce contenute nella missiva. Missiva che, però, non si limitava a tentare di spaventare il sindaco Guida, ma indicava anche una serie di iniziative amministrative che l’anonimo mittente, evidentemente, non ha gradito.
Nella lettera, in primo luogo, è riportato un invito rivolto all’avvocato cesano a smetterla di parlare di camorra e di legalità “perché qui a Cesa non c’è la camorra”. Subito dopo si fa riferimento ad una vicenda della quale l’amministrazione comunale di centrosinistra è andata fiera per l’importanza che ha per la città. Si tratta dell’acquisizione dalla parrocchia locale al patrimonio del comune di un terreno, conosciuto come “campo del parroco” per trentamila euro. Su quel terreno avrebbero messo gli occhi più persone, ma, alla fine, l’aveva spuntata il comune che vorrebbe realizzarci una tensostruttura sportiva.
“Sai quello che devi fare – ha scritto l’anonimo – visto che l’atto notarile non ancora è stato stipulato, fatti restituire i soldi e rinunzia all’acquisto”. Lo stesso anonimo ha, inoltre, ricordato che non c’era bisogno di far aderire il comune di Cesa al protocollo per la legalità “Pace free” con la quale l’amministrazione comunale si impegnava a rispettare i dettami della fondazione Angelo Vassallo, il sindaco pescatore i Pollica, nel Cilento, e all’associazione non profit Avviso pubblico.
All’estensore della lettera (che si nasconde sotto l’anonimato) non è andata a genio nemmeno la decisione dell’amministrazione comunale di Cesa di inviare uno dei propri dirigenti a frequentare un master per l’utilizzazione dei beni confiscati ai camorristi. Alla fine le minacce anche poco velate a Guida e ai suoi familiari.
Minacce che non è la prima volta che vengono rivolte ad un sindaco di Cesa. Era già avvenuto nel settembre del 2010 ad un altro primo cittadino del Pd Vincenzo De Angelis. “Sindaco farai la stessa fine” si leggeva nel bigliettino lasciato sulla tomba del padre Gennaro, agente di polizia penitenziaria vittima innocente della camorra, da cui fu ucciso a Cesa. Era il 1982 e l’uomo lavorava al carcere di Poggioreale, dove si occupava anche della ricezione dei pacchi dei detenuti. Compito che, secondo gli atti giudiziari, lo avrebbe portato alla morte.
“L’atto in sé, il leggere quelle minacce, non posso negarlo, mi ha colpito, ma quella lettera ci fermerà”. A parlare il sindaco di Cesa Enzo Guida, visibilmente provato e preoccupato per quanto sta avvenendo nel piccolo centro legato ad Aversa senza soluzione di continuità. “Di quanto si è verificato – ha dichiarato il primo cittadino cesano – ho investito il partito aprendo un filo diretto con il commissario provinciale Mirabelli. Poco fa ho ricevuto anche una telefonata di solidarietà da parte del questore di Caserta che mi ha assicurato l’interessamento e la vicinanza dell’istituzione che rappresenta. Io sono tranquillo perché ho fatto il mio dovere e continuerò a farlo”.
Quando gli viene chiesto cosa ha potuto spingere un anonimo a scrivergli una lettera minatoria con minacce dirette non solo a lui ma anche ai suoi familiari, il sindaco Guida afferma: “Come ho già detto anche ai carabinieri che mi hanno ascoltato in proposito per cercare di fare luce sull’episodio, oltre alle attività che sono indicate nella lettera anonima pervenuta al comune, stiamo lavorando alla redazione del puc. In questo senso c’è una zona verde chiamata Arena che noi vogliamo rimanga tale, ossia a verde, inoltre abbiamo avviato la verifica della disponibilità degli standard comunali”.
Sulla vicenda da registrare una dichiarazione della senatrice Pd Rosaria Capacchione, profonda conoscitrice della zona, che ha affermato: “I segnali che arrivano in questi giorni, dalle bombe di Parete fino alle minacce al sindaco di Cesa, testimoniano che possono essere cambiati i nomi e le circostanze ma non i metodi di chi pensa di poter soggiogare ancora con la violenza quei territori. C’è bisogno di fare ancora molta strada per impedire che vengano vanificati gli sforzi compiuti in questi anni e che hanno portato risultati straordinari nella lotta alla camorra in provincia di Caserta”.