Una giovane down ha scoperto di essere stata candidata alle ultime elezioni al Consiglio comunale di Napoli quando la Corte di Appello le ha chiesto di presentare il rendiconto delle spese e dei contributi elettorali. Protagonista è una 23enne che fu collocata in lista nella civica “Napoli Vale-Valeria Valente sindaco”, la candidata Pd del centrosinistra, deputato.
I genitori della ragazza, sconcertati, sono andati nei giorni scorsi a Palazzo San Giacomo, nella sede del Comune, per capire cosa fosse accaduto. Peraltro, la loro figlia nella sua vita non era mai andata neanche a votare. Quando sono andati al Comune hanno appreso che il caso non sarebbe l’unico, ma vi sarebbero altri disabili candidati a loro insaputa, secondo quanto racconta il quotidiano “Il Mattino”.
Il padre e la madre della ragazza presenteranno una denuncia mentre la questione ha già scatenato una polemica politica. “Se fosse tutto confermato sarebbe scandaloso” hanno affermato i deputati M5S della Commissione Affari Sociali annunciando da parte loro delle iniziative parlamentari.
“Bisogna verificare in modo chiaro e inequivocabile come siano andate le cose. Se qualcuno ha inserito a loro insaputa dei disabili alle elezioni sarebbe di una gravità inaccettabile e dovrà risponderne in tutte le sedi e anche davanti alla propria coscienza”, sostiene il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli.
Valeria Valente non ci sta e ha fatto sapere che inoltrerà un esposto alla Procura della Repubblica dicendosi estranea ai fatti raccontati. “Tramite i miei legali, presenterò un esposto in Procura per chiedere che venga fatta piena luce sull’intera vicenda. Com’è evidente, sono totalmente estranea ai fatti”, scrive la deputata che alle ultime amministrative ha sfidato il sindaco uscente, e poi riconfermato, Luigi de Magistris.
“Se qualcuno ha sbagliato”, ha proseguito la parlamentare, ne dovrà rispondere e anche se semplicemente “si trattasse di un malinteso, io sono, comunque, parte lesa in questa vicenda. A uscirne danneggiata è la mia immagine pubblica. E io non ci sto a finire in questo tritacarne”.