Sono in tutto 375 mila debitori. Famiglie, partite Iva e piccole o medie aziende sparse per tutta l’Italia. Assieme hanno accumulato bollette insolute a fronte dell’erogazione di luce e gas per un valore di 259 milioni di euro. Da adesso non pagheranno più le loro fatture scadute all’Eni.
Il Cane a Sei zampe ha infatti deciso di cedere un corposo pacchetto di crediti ‘critici’ a uno specialista del mestiere. Ci penserà così la Davis & Morgan a riscuotere quel portafoglio avvisando i clienti che tardano a rimborsare le forniture di gas (65%), elettricità (28%) e altri servizi con una raccomandata. Assieme dovranno studiare un piano di rientro. Non è la prima operazione che la società, nome anglosassone ma forti radici in Italia, ha concluso da dicembre.
Altri 130 milioni di scaduti sono stati acquistati da Sorgenia, circa 20 dalla E.On, un pacchetto più piccolo da Edison (Amg Gas). In totale, si tratta di 500 milioni acquistati dalle utility del Paese e un totale di 500 mila creditori. L’arco di tempo degli insoluti può andare da 700 giorni a cinque o sei anni.
Dietro la Davis & Morgan c’è un team di una decina di banker. Il presidente è Hugh Malim (nella foto), manager conosciuto per essere stato vent’anni country manager per l’Italia del gruppo Barclays, poi c’è il fondatore Andrea Bertone, amministratore delegato e banker specializzato in non performing loans e Gianandrea Cherubini, con un passato alla National bank of Greece e un focus sulle cartolarizzazioni. L’idea di partenza è stata di intervenire su un mercato che negli ultimi anni ha preso consistenza.
Secondo l’Unirec (l’associazione nazionale dei recuperatori di crediti) solo nel 2015, ultimo anno disponibile, ammontava a 6,4 miliardi il valore delle bollette non pagate solo in quell’anno. Si tratta di fatture che le utility non possono prescrivere e che di fatto rinnovano di anno in anno per mantenere vivo il credito oppure cercano di trovare accordi di riscadenziamento del debito. La aziende possono al massimo ridurre l’erogazione di elettricità e gas alle famiglie mentre è loro facoltà scegliere di bloccare le forniture alle imprese. Ma di più non possono fare, quanto meno i grandi gruppi come Eni o Enel.
Gli intermediari finanziari si sostituiscono così alle aziende provando a recuperare il credito attraverso formule negoziali o piani di rimborso. Ma a quanto si compra una bolletta non pagata? Il costo va dal 2% fino al 10% del valore nominale. Se il pacchetto di scaduti è nutrito — come nel caso dell’Eni — Davis & Morgan procederà a una cartolarizzazione dei crediti. In pratica la società, che ha la licenza bancaria, costituirà un veicolo (special purpose vehicle) che emette obbligazioni senior e junior (hanno diritti diversi) che vengono poi sottoscritte in parte da D&M e per il resto da fondi inglesi e svizzeri che negli anni si sono specializzati in questo ambito.
Ovviamente i rischi sono elevati nel recupero delle bollette non onorate che però sono diventate ormai una vera e propria asset class. Ma ovviamente anche i rendimenti sono interessanti: possono aggirarsi dal 10 al 13% a seconda della durata del finanziamento e delle diverse classi di obbligazionisti.
Il mestiere non è poi lontano da quello della gestione dei non performing loans bancari. Infatti, Bertone, dopo l’avvio della crisi nel 2008, aveva lanciato l’attività di investimento nei portafogli di crediti in sofferenza o comunque «difficili». La D&M ha acquistato da Consum.it (Mps), Banco di Desio, Cofidis e Bpm. Ci sono altre realtà ben più grandi che fanno questo mestiere. Da Banca Ifis al fondo Lindorf, alla polacca Kruk ma fin qui poco attive sulle bollette.