Si è concluso il 30 dicembre, nella Cappella di San Bartolomeo in Aversa, il ciclo di conferenze sul Settecento Musicale Napoletano, giunto alla terza edizione e organizzato dall’Accademia di Santa Sofia di Benevento.
Dell’introduzione si è occupato il presidente dell’Ente, il professore Salvatore Palladino, che ha compiutamente presentato le attività, soprattutto musicali equamente divise tra il Teatro Diana di Napoli e la Basilica di San Bartolomeo nel capoluogo sannita.
Nello scorso mese di novembre ha avuto inizio una nuova stagione concertistica di durata triennale, con un evento cameristico dedicato alla indimenticabile Carlotta Nobile, storico dell’arte, concertista e primo direttore artistico dell’Ente, venuta a mancare nel luglio 2013, a seguito di una lunga e dolorosa malattia.
Il presidente Palladino ha posto in evidenza come sia proprio la formula triennale della rassegna, che si prolungherà fino all’estate del 2018, il punto di forza dell’iniziativa, che si pone, con una continuità di lungo periodo, all’attenzione di pubblici competenti, con palinsesti variegati ed innovativi.
L’attività dell’Accademia di Santa Sofia continua ancora, in ambito sociale con l’organizzazione di corsi musicali gratuiti a favore della gioventù del Rione Libertà di Benevento: nella Sala Concerti di Via Albergamo, affidata ai quadri dell’Ente dall’Amministrazione Comunale di Benevento e sotto l’egida del Ministero dell’Interno, la si educa alla convivenza democratica e alla legalità. Da tre anni poi, l’attività culturale dell’Ente si è ulteriormente definito, con una serie di manifestazioni convegnistiche, tese alla promozione del Settecento musicale meridionale.
La presenza di rinomate autorità artistiche ed accademiche nazionali e una costante attività di comunicazione hanno fatto conoscere alle occasionali platee l’importanza e il primato delle scuole musicali di Napoli, che molto influenzarono la storia della musica nazionale ed europea. Anche l’edizione di quest’anno si è svolta nella città di Aversa, patria di musicisti del calibro di Niccolò Iommelli e di Domenico Cimarosa, di Gaetano Andreozzi. Gli incontri, tutti programmati per il mese di dicembre, hanno indagato un aspetto nuovo e forse inesplorato di quel momento, cogliendo e palesando le capacità didattiche dei maestri più rilevanti che concorsero alla formazione di un numeroso stuolo di compositori, che si sarebbero fatti apprezzare in molte corti europee.
Nel primo incontro del 23 dicembre scorso, nella sala di Cultura “V. Caianiello”, si è celebrato il ruolo di Fedele Fenaroli, un musicista abruzzese che con le sue nove sonate per cembalo, avviò alla musica e modellò molti geni locali, compreso il giovane Cimarosa; nell’incontro del giorno 30 poi, si è analizzato, non senza spaziare fino al novecento musicale italiano, il contributo di Francesco Durante, maestro dello Iommelli e del Piccinni che emerse a livello nazionale per un’ampissima produzione di composizioni sacre.
Le relazioni sono state entrambe poste dal Professore Fabio dell’Aversana, musicista e docente presso alcuni conservatori ed università nazionali, che ha intrattenuto il pubblico sul vigore educativo ed artistico dei docenti considerati, che sebbene raramente palesarono una soddisfacente vena compositiva, fornirono con la propria azione di insegnamento, una sicura eredità che arriverà fino a Mozart e Beethoven e influenzerà la musica lirica dell’Ottocento e la tecnica pianistica fino ai tempi odierni.
L’aspetto puramente musicale è stato ben trattato dal Maestro Giuseppe Monetti, giovane compositore e direttore d’orchestra di Frattamaggiore che ha, in modo semplice e comprensibile, mediato alcuni contenuti di teoria musicale, di fatto operando una lezione nella lezione.
A rendere meno greve l’ambiente, ci hanno pensato con la solita genialità interpretativa, gli attori Antonio Granatina e Giuliano Casaburi, i quali, con delle suggestive caratterizzazioni, hanno avvicinato il pubblico alle personalità e all’animo tutto meridionale dei musicisti considerati, riscuotendo un buon successo.
Buona anche la presenza di pubblico, che sempre attento ed interessato agli interventi dei relatori, ha confermato come Aversa sia una città culturale di prim’ordine, in cui l’arte, in ogni suo aspetto, non è un parola vana e priva di significato, ma un fine da coltivare, per conseguire delle mete, che si vanno lentamente, ma continuamente definendo e precisando.
Allora grazie all’Accademia di Santa Sofia, per quanto posto in essere, sperando che l’impegno possa rinnovarsi con una vera stagione concertistica, come molti cittadini chiedono da tempo, per tornare ai fasti antichi, durante i quali Aversa era veramente città della Musica e non solo patria di compositori famosi.