Aversa città a vocazione turistica per le sue cento chiese, per i tanti tesori d’arte chiusi all’interno delle chiese e non solo dal momento che sparse nel centro storico sono presenti una serie di palazzi dotati di caratteristiche architettoniche ed artistiche degne di essere mostrate ai turisti, come Palazzo Golia che ospitò Giuseppe Garibaldi.
Una città a vocazione turistica anche per la presenza di tante associazioni che operano nel settore a carattere volontario, proponendo visite guidate a chiunque abbia piacere di conoscere la storia e l’arte della città da qui la necessità promozionare il turismo, che potrebbe rappresentare una importante risorsa economica per la città, attraverso la creazione di punti informativi specifici.
E’ proprio questa la pecca della città che non è stata capace, in ormai quasi 1000 anni di vita, di creare almeno un Punto Informativo Turistico. Eppure, basta guardarsi intorno per vedere che esistono ben tre strutture create dagli amministratori succedutesi negli anni per dare informazioni ai turisti: la Pro Loco di via Botticelli, la casetta di legno collocato all’interno di quello che fu l’Istituto Mattei di via Di Jasi e l’infopoint realizzato circa 7 anni fin piazza Mazzini esattamente accanto alla stazione ferroviaria.
Tre strutture costate ai cittadini fior di quattrini. una delle quali – la Pro Loco – continua a costare alla città denaro perché installata in un edificio privato, così che occorre quantomeno pagare il condominio e le quote necessarie per eventuali interventi di manutenzione dell’edificio. Tre strutture lasciate di fatto abbandonate, essendo la Pro Loco utilizzata come ‘dopo lavoro’ per anziani, fino a qualche anno fa, ed occasionalmente come sala per esposizione di quadri o ceramiche, oggi sostituita dall’auditorium interno alla Casa della Cultura “Caianiello” di via Tristano, con le altre due completamente abbandonate.
In tutti i programmi elettorali fatti dai tanti aspiranti sindaci c’è sempre un passaggio dedicato alla cosiddetta ‘vocazione turistica’ della città da concretizzare per creare occasioni e posti di lavoro. Di queste intenzioni restano solo le tracce nei programmi elettorali distribuiti in occasione delle campagne amministrative mentre a ricordo perenne dell’inerzia delle amministrazioni, tutte, che si sono succedute alla guida della città, restano il catafalco in legno posto all’interno di quello che fu di proprietà dell’Istituto ‘Mattei’ che, pur essendo comunale, è diventato un elemento decorativo per quella struttura, e il catafalco prefabbricato presente in piazza Mazzini; per il resto si è trattato solo di parole che nessuno degli amministratori ha saputo concretizzare.
La speranza è che nel 2017 la nuova amministrazione sia capace quanto meno di usare quello che doveva essere il Punto Informativo Turistico di piazza ferrovia magari affidandolo in concessione a qualcuno che potrebbe servirsene per creare un’attività lavorativa.