Camorra e politica nel Casertano, arresto bis per De Lucia: collegamenti col clan Zagaria

di Redazione

Associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata alla corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio, con l’utilizzo del metodo mafioso.

Sono le accuse per le quali sono indagati l’ex sindaco del Comune di San Felice a Cancello ed ex consigliere regionale della Campania, Pasquale De Lucia, 53 anni, Rita Emilia Nadia Di Giunta, 40 anni, di Castel Volturno, ex presidente e amministratore delegato della società “Terra Di Lavoro spa”, che si occupa del controllo caldaie in provincia, e Antonio Zagaria, 54 anni, già detenuto a Terni, fratello del noto boss Michele Zagaria.

In tutto sono dieci gli indagati. I provvedimenti cautelari sono stati eseguiti mercoledì mattina, tra le province di Caserta, Benevento, Catania e Terni, dai carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale casertano, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Intercettazioni ambientali e i racconti di due collaboratori di giustizia collocano non solo il sindaco ma anche altri politici del territorio e dipendenti del comune di San Felice, in contatto con il clan Zagaria. Tra gli affari che gli indagati hanno cercato di dirottare verso una ditta vicina alla camorra, il Pip di San Felice.  Indagati un imprenditore imparentato con Zagaria e anche il fratello e il padre della Di Giunta.

De Lucia e la Di Giunta furono già coinvolti lo scorso settembre in una vicenda giudiziaria riguardante un presunto giro di mazzette in cambio di appalti e di aver cercato di ottenere dal sottosegretario alla Difesa, Gioacchino Alfano, il trasferimento dei carabinieri che stavano indagando sul loro conto (leggi qui). È la prima volta però che ai due vengono contestati reati di criminalità organizzata.

In arresto anche Felice Auriemma, 65 anni, responsabile dell’ufficio tecnico di San Felice, Clemente Biondillo, di 41, Oreste Fabio Luongo, 38. Ai domiciliari il segretario comunale di San Felice, Alfredo Pane, 61 anni, Francesco Di Giunta, 45, fratello di Rita e imprenditore edile, e Costantino Capaldo, 54. Divieto di dimora in Campania per Alfonso Di Giunta, 71 anni, padre di Rita e imprenditore di Castel Volturno.

Gli appalti finiti nel mirino dei carabinieri riguardano il Piano di Insediamento Produttivo (Pip) del Comune di San Felice a Cancello, in particolare la realizzazione dell’impianto per l’illuminazione pubblica e opere da eseguire nel cimitero: lavori da un milione e 342mila euro finiti nelle mani di ditte ritenute legate alla fazione Zagaria clan dei Casalesi.

I fatti risalgono al 2010: gli inquirenti hanno scoperto che a pilotare gli appalti sarebbero stati l’ex sindaco De Lucia, con l’aiuto di altri dirigenti comunali, e Rita Nadia Di Giunta. Nel corso dell’attività investigativa sono stati documentati numerosi episodi di corruzione, che si concretizzavano attraverso la consegna di denaro e con la promessa dell’apporto elettorale del clan.

Per quanto riguarda il Pip è stato documentato anche il tentativo, fortunatamente non andato in porto, di rendere edificabili – e quindi di aumentare il volume degli ‘affari’ – anche zone a rischio idrogeologico.

Nella foto a seguire gli arrestati: da sin. in alto, Rita Di Giunta e Pasquale De Lucia; al centro Auriemma, Biondillo, Capaldo; sotto Francesco Di Giunta, Luongo e Pane.

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