Caso Regeni: trasmesso video di Giulio e capo sindacalisti ambulanti

di Stefania Arpaia

Un nuovo particolare spunta nel caso Regeni. Giulio, lo studente italiano ucciso un anno fa a Il Cairo, è stato ripreso mentre parlava con Mohamed Abdallah, il capo dei sindacalisti degli ambulanti che lo ha denunciato. 

Le immagini sono state diffuse dalla tv panaraba Al Arabiya sul primo canale televisivo egiziano, nel programma Akhbar Misr.

Il ricercatore italiano è ripreso in primo piano. I due parlano. Giulio in un arabo semplice e non molto fluente ma comprensibile dal suo interlocutore.

L’uomo gli chiede del denaro, spiega che sua moglie ha il cancro che ha bisogno di soldi per sopravvivere, per cibo e medicine. Il giovane gli risponde che non può darglielo.

“Non posso darteli perché non sono i miei, perché sono un accademico, non posso scriverli nella richiesta per l’istituzione britannica”, spiega Giulio.

E ancora: “Non posso usarli per ragioni private ma mi servono informazioni per l’istituzione britannica”.

In particolare, il ricercatore italiano dice che non può dargli soldi direttamente ma l’istituzione britannica li manda a un ufficio egiziano. Non viene specificato nè quale sia l’istituzione nè quali sia l’ufficio.

“Purtroppo sono stata io a far conoscere Giulio Regeni e Muhammad Abdallah”, ha detto con amarezza l’attivista egiziana Hoda Kamel durante il corso della trasmissione televisiva in cui sono state mostrate le immagini riprese da un cellulare.

Nel video, che poi il sindacalista aveva consegnato alla polizia, si parla della possibilità di finanziare il sindacato attraverso il Centro egiziano per i diritti economici e sociali, di cui Kamel è responsabile del dossier sui lavoratori. “Giulio Regeni voleva ampliare le sue ricerche sui venditori ambulanti egiziani attraverso una borsa di studio stanziata da un’istituzione o un’università britannica. Non ricordo se si trattasse dell’università o di un’altra istituzione, non parlammo dei dettagli, gli dissi che ne avremmo discusso quando sarebbe rientrato dalle vacanze di Natale”.

“Il ricercatore stava svolgendo un dottorato nell’ambito delle libertà sociali e io gli fornivo link a libri e articoli, poi lui scelse di dedicarsi agli ambulanti ed io, purtroppo, gli ho fatto conoscere Muhammad Abdallah”.

“Si tratta di persone povere e prive di capitali, alcuni dei quali hanno una laurea e nonostante questo lavorano per strada. Lui voleva mettere in luce tutto questo”, ha aggiunto.

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