Napoli – “La mia è una malattia”. Così un libero professionista napoletano, A.B., avvocato noto nel mondo dello spettacolo, ha giustificato, dinanzi ai poliziotti, il furto della maglietta della nazionale argentina appartenuta a Diego Armando Maradona, quella che il Pibe de Oro indossò nel 1986 durante la partita contro l’Inghilterra, quando mise a segno il celebre “gol di mano” (“La mano de Dios”, disse Diego) e l’altrettanto celebre serpentina con cui praticamente spazzò via l’intera squadra britannica.
Una maglia del valore di 150mila euro, di proprietà di un collezionista, il quale l’aveva portata con sé all’Hotel Vesuvio di Napoli per farsela autografare proprio da Maradona, in città per lo show “Tre volte 10” andato in scena lunedì al Teatro San Carlo.
Durante la cena tra vip, imprenditori e professionisti il borsone con la maglietta e le scarpe scompariva. Il collezionista allertava subito la polizia. Sul posto gli agenti del commissariato San Ferdinando, diretti dal vicequestore Maurizio Fiorillo, i quali, dopo aver visionato i filmati di videosorveglianza dell’albergo, individuavano in poco tempo l’autore del furto. Quest’ultimo, nel restituire il borsone, chiariva di non essere un ladro per mestiere ma solo un “malato” del Napoli e, in particolare, di Maradona. Si è comunque beccato una denuncia per furto.