Napoli – Si conclude con otto condanne il processo celebrato con rito abbreviato nei confronti dei protagonisti principali dell’inchiesta che ha portato al ritrovamento dei due capolavori rubati ad Amsterdam nel 2002.
Tra i condannati il narcotrafficante Raffaele Imperiale (18 anni) e il suo complice Mario Cerrone (14), i quali sono stati ritenuti responsabili del furto delle tele ritrovate dalla Guardia di Finanza a Castellammare di Stabia, a casa dei genitori di Cerrone. I dipinti, “La Spiaggia di Scheveningen”, del 1882, e la “Chiesa di Nuenen”, del 1884, al museo olandese, erano stati acquistati da Imperiale con cinque milioni di euro prelevati dalle casse dell’organizzazione malavitosa e versati in cinque tranche da un milione ciascuna.
È stato lo stesso Imperiale, tuttora latitante a Dubai, a spiegarlo ai magistrati in una memoria depositata agli atti del rito abbreviato con la quale mette a disposizione dell’autorità giudiziaria un complesso immobiliare composto da tredici ville a schiera costruite a Terracina, dieci ville a Giugliano, addirittura una montagna con casolare antico ristrutturato nella zona di Pianura.
Prima di Imperiale era stato il suo socio in affari, Mario Cerrone, a fornire una serie di ammissioni e soprattutto a rivelare ai finanzieri guidati dal colonnello Giovanni Salerno, che hanno condotto le indagini con la squadra mobile, che il clan capace di invadere di cocaina la provincia di Napoli aveva nella sua disponibilità due quadri di valore inestimabile.
Con la sentenza, emessa dal giudice Claudia Picciotti, si sblocca anche l’iter del progetto che sta molto a cuore al procuratore Giovanni Colangelo e al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. Ci sono già stati i primi contatti fra il museo di Capodimonte e quello di Amsterdam per organizzare una mostra con i dipinti ritrovati. L’obiettivo è di allestire l’esposizione entro la prima metà del mese di febbraio.