Aversa – C’è l’ombra del racket dietro all’incendio di vaste proporzioni che, nella notte tra martedì e mercoledì, ha semidistrutto il negozio di giocattoli Big Toys e il supermercato Lidl, ubicati in un capannone in via Gramsci ad Aversa, poco lontano dall’ospedale “Moscati”.
I vigili del fuoco del distaccamento di Aversa, ai quali si sono uniti anche quelli del reparto di Caserta a causa dell’intensità del fuoco che ha trovato facile esca grazie ai moltissimi oggetti di plastica o comunque infiammabili presenti all’interno dei due grandi magazzini, hanno dovuto lottare contro gli ultimi focolai sino alla tarda mattinata di ieri.
Sul posto anche gli uomini della locale stazione e del reparto territoriale di Aversa dei carabinieri guidati dal comandante Antonio Forte, coadiuvato dai tenenti Flavio Annunziata e Adolfo Donatiello, che indagano sull’episodio coordinati dai competenti magistrati della Procura del tribunale di Napoli Nord in Aversa.
Gli investigatori al momento, in attesa dei risultati delle perizie operate dai tecnici dei vigili del fuoco per determinare la natura dell’incendio, non escludono alcuna pista, da quella del racket delle estorsioni (che sembrerebbe essere quella privilegiata) a quella delle cause accidentali come, ad esempio, un corto circuito. In ogni caso, però, sembrerebbe che le fiamme, quale ne sia la natura, abbiano avuto origine, quasi certamente, presso il negozio di giocattolo Big Toys per poi propagarsi al tetto del supermercato Lidl dove c’era un impianto fotovoltaico del valore di seicentomila euro ai quali va aggiunto un danno di circa trecentomila euro di giocattoli senza contare i danni strutturali. In pratica, i danni ammonterebbero ad almeno tre milioni di euro se, come sembra, il gigantesco capannone che ospita le due attività dovrà essere abbattuto e ricostruito.
Mercoledì mattina, in un primo momento, si era sparsa la voce sul posto che le fiamme, stando ad una prima ricostruzione, fossero state provocate dolosamente da un individuo dal volto seminascosto che sarebbe anche stato ripreso dalle telecamere presenti in zona. Un’ipotesi decisamente negata dagli investigatori che escludono la presenza di un filmato di questo tipo che possa indirizzare le indagini. In particolare, sono stati gli stessi militari aversani a sottolineare che l’hard-disk della telecamera di sorveglianza si sarebbe letteralmente liquefatto.
A tal proposito si deve anche ricordare che nello scorso mese di novembre proprio il negozio Big Toys fu oggetto di un avvertimento dinamitardo. Ignoti depositarono notte tempo una bottiglia piena di liquido infiammabile davanti all’ingresso del negozio. Ora c’è chi ipotizza che quell’avvertimento è diventato realtà, ma è ancora solo un’ipotesi.
L’unica cosa certa è che l’incendio dell’altra notte ha provocato anche un disastro socio-economico per poco meno di trenta persone occupate nei due esercizi commerciali e per le loro famiglie. Ieri mattina gli addetti al Big Toys e al Lidl, quando sono giunti sul posto per iniziare la loro giornata lavorativa e s sono trovato davanti agli occhi quel disastro non sono riusciti a trattenere le lacrime, consapevoli che per loro quello sfacelo significa l’inizio di un periodo difficile da superare.
Esasperati anche i titolari dei due esercizi commerciali che hanno visto in poche ore andare distrutti i sacrifici di una vita e che hanno anche cercato, in un eccesso d’ira, di impedire ai fotoreporter giunti sul post di fare fotografie, giungendo a minacciarli incuranti della presenza delle forze dell’ordine.
In mattinata sul posto si è recato anche il sindaco Enrico De Cristofaro insieme al consigliere comunale Francesco Di Virgilio, per esprimere la propria vicinanza dicendosi pronti ad agevolare il rilascio di tutte le autorizzazioni necessarie nel caso si dovesse procedere alla ricostruzione del capannone.