Kim Jong-nam, fratellastro del leader nordcoreano Kim Jong-un, è stato assassinato in Malesia. Lo hanno rivelato fonti governative all’agenzia sudcoreana Yonhap. Stando a quanto riportano i media di Seul, l’uomo, primogenito di Kim Jong-il, sarebbe stato avvelenato da due donne, poi fuggite, all’aeroporto internazionale di Kuala Lumpur.
Kim Jong-Nam era un tempo considerato un potenziale erede di Kim Jong-Il, ma cadde in disgrazia presso il padre dopo un maldestro tentativo – nel 2001 – di entrare in Giappone con un falso passaporto e visitare Disneyland.
Da allora viveva in pratica in esilio virtuale, soprattutto nel territorio cinese di Macao. Kim Jong-Un è diventato il leader nordcoreano nel dicembre 2011, alla morte del padre. Kim Jong-Nam, conosciuto come un sostenitore delle riforme in Corea del Nord, dichiarò una volta a un quotidiano giapponese di essere contrario al trasferimento dinastico del potere nel Paese.
Se confermato, il caso di Kim rappresenterebbe la morte di maggior profilo sotto il regime di Kim Jong-Un dall’esecuzione di suo zio, Jang Song-Thaek, nel dicembre 2013. Inizialmente – alimentata dalla stampa di regime – si era sparsa la voce che l’uomo era stato gettato in una gabbia e sbranato vivo da un branco di 120 cani affamati. Una versione successivamente giudicata non credibile.