Un sindaco dice no a nuovi arrivi di migranti, emette un’ordinanza per bloccare (con un cumulo di terra) l’unica strada di accesso alla struttura d’accoglienza (un agriturismo), poi raggiunge un’intesa con la Prefettura sul numero dei rifugiati da accogliere (da 34 a 12), il blocco viene rimosso e alla fine il prefetto decide di chiudere la struttura privata. Tutto questo è accaduto a Vitulano, piccolo comune di poco meno di tremila abitanti, in provincia di Benevento.
“Non siamo razzisti, è che non c’erano le condizioni”: così il sindaco Raffaele Scarinzi, eletto nel Pd, ha spiegato a Sky TG24 il motivo per il quale aveva emanato l’ordinanza: disporre la chiusura dell’unica strada che porta alla struttura individuata per ospitare gli stranieri, un agriturismo dove già sono allocati diversi richiedenti asilo, mediante il deposito di un cumulo di terra che ha fisicamente bloccato l’accesso alla via.
Spiegando le ragioni della sua posizione, il sindaco ha fatto presente che a Vitulano esiste già un centro (Sprar) che ospita 30 migranti e che i comuni che già ospitano uno Sprar non possono ospitare altre strutture per immigrati. Ma questo non c’entra nulla col razzismo, ha tenuto a sottolineare. “Il nostro – ha detto – è stato l’unico Comune che ha dedicato una festa ai rifugiati, li ha inseriti nella squadra di pallone, addirittura li ha coinvolti in un film che abbiamo girato qui a Vitulano”, però, ha sottolineato, le regole vanno rispettate.
Il prefetto di Benevento, Paola Galeone, ha disposto la chiusura della struttura, disponendo il trasferimento dei migranti ad un altro centro di accoglienza in un Comune della provincia. Ora la strada che conduce all’agriturismo è di nuovo percorribile. La terra che impediva il passaggio è stata accumulata sul ciglio della strada e le transenne sono state spostate.