Santa Maria Capua Vetere, rubava soldi e cosmetici in farmacia: arrestata dipendente

di Redazione

Santa Maria Capua Vetere – Si sarebbe appropriata di 170mila euro, tra denaro contate e prodotti, la farmacista Patrizia Di Domenico, 48 anni, sottoposto agli arresti domiciliari venerdì mattina dai carabinieri di Santa Maria Capua Vetere.

Le accuse, nel dettaglio, sono di furto di ingenti quantità di prodotti cosmetici e denaro contante, aggravato dalla destrezza, dall’uso del mezzo fraudolento e dall’abuso della condizione di prestazione d’opera continuato. Reati commessi all’interno della farmacia “Natale” dove la donna svolgeva, quale dipendente, le mansioni di addetta alla cassa cosmetici.

Le indagini sono state avviate nel settembre scorso, a seguito della denuncia sporta dalla titolare della farmacia che, insospettita dagli ultimi bilanci negativi dell’attività, aveva effettuato dei controlli accertando che nei soli primi cinque mesi dell’anno si era registrato un ammanco di circa 170mila euro in soli cinque mesi di osservazione.

I militari dell’Arma, coordinati dalla Procura, hanno accertato che gli ammanchi registrati, con conseguente registrazione di ingenti passività, erano direttamente riferibili all’impiegata, la quale, tradendo la fiducia in lei riposta, aveva creato un vero e proprio sistema fraudolento, attuato con cadenza quotidiana attraverso il ricorso a raffinate procedure telematiche, per appropriarsi di parte dell’incasso della farmacia, nonché di diversi prodotti in vendita.

In particolare, attraverso il monitoraggio dei locali della farmacia, risulta cristallizzata la condotta di Di Domenico, la quale, in alcuni casi, poneva in vendita i prodotti senza emettere gli scontrini fiscali, in tal modo appropriandosi del relativo importo economico corrisposto dall’avventore; in altri, procedeva ad effettuare telematicamente modifiche della giacenza del magazzino mediante la procedura denominata “scarico manuale”.

In ulteriori occasioni, fatturava farmaci e prodotti praticando sconti inconsueti (sino al 99%) ed ancora, più semplicemente, prelevava con destrezza i prodotti dagli scaffali per poi recarsi all’esterno del negozio, eludendo le telecamere del sistema di videosorveglianza della farmacia ed occultando la mercé all’interno della propria autovettura.

Un comportamento che trovava il suo epilogo nella procedura di chiusura giornaliera della cassa, occasione in cui Di Domenico tratteneva per sé la differenza tra il denaro effettivamente incassato e quello che aveva fatto risultare dalla chiusura di cassa, conseguendo in tal modo un indebito profitto di diverse centinaia di euro al giorno.

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