Aversa – C’è voluta la scoperta della pala del Guercino, fatta da Massimo Pulini, architetto, pittore ed esperto di livello internazionale della pittura del Seicento, per sollecitare l’attenzione del Sovrintendente ai Beni Culturali ed Artistici di Caserta e Benevento, Salvatore Buonomo, verso i tesori di arte presenti nella chiesa monumentale di San Francesco e dell’annesso convento.
Vero è che nell’intervista concessaci (guarda qui), Buonomo ha dichiarato di essere già stato in altre occasioni ad Aversa, ma il complesso di San Francesco delle Monache probabilmente gli era sfuggito se non era informato della presenza, nella seconda cappella a sinistra, della Natività dipinta di Pietro da Cortona, tra i massimi esponenti della pittura barocca, e dell’Estasi di San Francesco dipinta da Jusepe de Ribera detto lo Spagnoletto, tra i massimi esponenti della pittura del seicento.
Senza contare gli affreschi presenti nel chiostro, la Madonna Lactans, attribuita al grande pittore duecentesco Guido da Siena, che fu esposta al museo di Cracovia, e le testimonianze degli usi sepolcrali di frati e monache quali erano gli scolatoi o putridarium, luoghi in cui si facevano disseccare i cadaveri dei defunti prima di riporli nelle tombe definitive, scomparsi gradualmente dopo il concilio di Trento del 1563, o il cosiddetto “frigorifero delle monache” la maxi dispensa in cui le monache di clausura, ospiti del convento, conservavano le vettovaglie perché non si deteriorassero nel corso dell’anno, con accanto la grande cisterna che raccoglieva l’acqua piovana da utilizzare per tutte le necessità.
Perle d’arte e di storia di cui la Sovrintendenza, probabilmente, ignorava l’esistenza dal momento che la cura e il mantenimento in buone condizioni del tutto è stato sempre un impegno che si è assunto, anche economicamente, il rettore della Rettoria di San Francesco delle Monache, don Pasquale de Cristofaro. Per Buonomo è stata una sorpresa anche il neonato museo, inaugurato circa un mese fa, che riteneva fosse stato aperto in occasione della sua visita ma che in realtà, come ha fatto osservare don Pasqualino, è visibile sempre, ovviamente se c’è la possibilità di garantire la presenza di accompagnatori-custodi, indispensabili per prevenire tentazioni possibili data la ricchezza dei paramenti esposti, tenuti d’occhio comunque sempre da telecamere.
La vista di tanta bellezza artistica ha sollecitato Buonomo che si è impegnato con il sindaco Enrico De Cristofaro a riportare ad Aversa le opere conservate da tempo, tanto, troppo tempo nei laboratori della Sovrintendenza dove sarebbero state restaurate. Le prime che torneranno a casa dovrebbero essere due dipinti prelevati dalla chiesa di Santa Maria a Piazza, ma il Sovrintendente è andato oltre impegnandosi con il sindaco a verificare la presenza di dipinti nei laboratori della sovrintendenza che necessitano di essere restaurati ma che non hanno potuto ancora essere trattati, per la cronica carenza di fondi, promettendone la trasmissione di un elenco perché indichi le priorità così da poter restaurare quante più opere possibili con i pochi fondi disponibili.
Un impegno da seguire da parte dell’Amministrazione per poter riportare ad Aversa tesori d’arte che potrebbero far inserire d’autorità Aversa nel settore del turismo d’arte che porta lavoro e denaro a tanti piccoli centri che non hanno neppure la metà della potenzialità di Aversa.