Licenziamenti “lampo” per i furbetti del cartellino: primo ok del Governo

di Redazione

Il Consiglio dei Ministri ha dato il primo via libera preliminare ai decreti Madia bis sul taglio delle partecipate e il licenziamento lampo per i ‘furbetti del cartellino’.

Si tratta di provvedimenti correttivi dei testi originari, già in vigore, che il Governo ha deciso di varare dopo la sentenza della Consulta sulla riforma della Pubblica amministrazione. Una pronuncia che ha imposto l’intesa con le Regioni.

Secondo quanto si apprende, la riunione del Cdm è durata circa un’ora e l’ok al riordino della dirigenza medica delle Asl è stato invece rinviato, visto che Madia avrebbe chiesto la presenza anche del ministro Lorenzin, firmataria del decreto, oggi assente.

Il ministro dello Sport Luca Lotti ha annunciato che il Cdm ha approvato la riforma del Comitato italiano Paralimpico, che così diviene un ente autonomo di diritto pubblico. “Con questo provvedimento vengono riconosciute le peculiarità dello sport per persone con disabilità”, ha spiegato il ministro.

Si tratta di misure per contrastare sia le assenze ripetute in prossimità del fine settimana sia le assenze di massa. Il fenomeno nel 2015 mostra comunque un certo attenuamento (le assenze retribuite complessive, secondo i dati della Ragioneria generale elaborati dall’Ansa, calano da 18,8 a 17,8 giorni), anche se per recuperare lo storico gap con il privato c’è ancora strada da fare.

Particolare attenzione sarà rivolta a contrastare i “furbetti” del weekend, che saltano ripetutamente il lunedì e il venerdì, e i casi di assenteismo di massa, ovvero quando si registra un tasso di assenze molto più alto del solito. Oggi non ci sarebbero infatti strumenti ad hoc in grado di colpire comportamenti anomali, che sottendono un’organizzazione mirata.

La materia rientrerà sia nel nuovo Testo Unico, attuativo della riforma Madia, che traccerà la cornice dell’intervento, sia nei rinnovi contrattuali del pubblico impiego, visto che l’accordo del 30 novembre scorso tra sindacati e governo impegna le parti, attraverso una “coerente normativa contrattuale”, a “contrastare fenomeni anomali di assenteismo”.

I dati sull’assenteismo sono frutto di un’elaborazione dell’Ansa sui dati appena aggiornati dalla Ragioneria generale dello Stato nel Conto annuale. I giorni di assenza che, in media, ogni dipendente pubblico ha preso nel corso del 2015 sono stati 9,2, in ribasso rispetto al dato del 2014 (9,8).

Scorrendo le altre tipologie di assenza monitorate, restano pressoché stabili restano i giorni di permesso legato alla 104 per i lavoratori disabili o per i dipendenti con a carico familiari disabili (2,1), e i giorni di congedo straordinario finalizzati all’assistenza di persone con gravi handicap (1 giorno l’anno). Un lieve calo emerge per quanto riguarda la maternità, i congedi parentali e la malattia del figlio (da 3,1 giorni si scende a 3). Calano anche gli altri permessi ed assenze retribuite (da 2,8 a 2,5 giorni). Risulta invece in leggero rialzo la media relativa agli scioperi (da 0,1 a 0,2 giorni).

Il dato complessivo dei giorni di assenza (tra retribuite e non, incluse anche le ferie) nel 2015 è risultato pari ad oltre 126 milioni di giornate, in diminuzione del 4,8% rispetto all’anno precedente (quasi 133 milioni).

Analizzando i diversi settori in cui si divide il pubblico impiego, e focalizzando l’attenzione sulle sole assenze per malattia, nella scuola le giornate saltate sono state, in media, 7,5 per gli uomini e 9,7 per le donne; nei ministeri 9,9 per i lavoratori e 11,7 per le lavoratrici; nella sanità 8,6 per i dipendenti e 11,6 per le dipendenti.

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