Migranti, firmato accordo Italia-Libia. Ue: “Chiuderemo rotta”

di Redazione

“Non consentiremo l’ingresso della missione navale europea Sophia nelle nostre acque. Vogliamo un comando unico congiunto per ammodernare la flotta libica perché possa svolgere il suo ruolo”. Lo ha detto il premier libico, Fayez Al Sarraj, dopo l’incontro col suo omologo Paolo Gentiloni a Palazzo Chigi per la firma dell’accordo sui migranti. “Voglio dire ai libici che mai e poi mai faremo un accordo che intacchi la nostra sovranità”, ha aggiunto.

Sarraj ha poi chiarito che la Libia non consentirà che i migranti espulsi vengano “stabilizzati” nel suo Paese, che resta terra di transito e non di origine. “L’immigrazione clandestina – ha spiegato – è una delle questioni discusse da mesi a livello bilaterale e regionale. E’ una problematica che getta un’ombra su Libia, Italia ed Europa. Ora, però, l’accordo “traccia programmi e modalità per la lotta a questo fenomeno, che è un crimine contro l’umanità, e mira a proteggere la vita degli immigrati e a rimpatriarli secondo le norme internazionali”.

Il memorandum consente inoltre “di proteggere i nostri confini meridionali, che sono permeabili, e insiste sull’offerta di aiuti alle guardie costiere, fornendo aiuto umanitario agli immigrati affinché possano essere rimpatriati in maniera umanitaria”.

Gentiloni, da parte sua, ha spiegato che la firma dell’accordo “è solo un pezzo del progetto che dobbiamo sviluppare. Ne parleremo venerdì a Malta nel vertice dei capi di Stato e di governo: per dare forza e gambe a questa intesa, oltre all’impegno dell’Italia che lo farà con fondi già messi a disposizione nella legge di Stabilità, serve un impegno economico dell’intera Unione Europea”.

L’accordo Roma-Tripoli ha ricevuto il plauso dell’Ue. Adesso l’obiettivo di “fermare i flussi di migranti irregolari è a portata di mano”, ha sottolineato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, aggiungendo di aver concordato con Francois Hollande e Angela Merkel “di sostenere l’Italia in questa nuova cooperazione”. Quasi un anno fa l’Ue si accordava con la Turchia per chiudere la rotta balcanica, e tale intesa ha abbattuto i flussi migratori del 98%. “Ora è tempo di chiudere la rotta dalla Libia all’Italia” e “posso assicurare che possiamo riuscirci”, ha affermato Tusk dopo aver “parlato a lungo ieri con Gentiloni” ed aver incontrato al Serraj a Bruxelles, prima della tappa romana.

Adesso i riflettori si spostano su La Valletta, dove i 28 dovranno trovare l’accordo politico sul da farsi, sapendo che le nuove regole per l’asilo europeo e le ricollocazioni dei rifugiati potranno sbloccarsi solo dopo che si sarà ripreso il controllo della frontiera esterna, pur mantenendo il difficile equilibrio con il principio del rispetto dello stato di diritto. I passi operativi della Ue saranno poi discussi nel Consiglio Esteri di lunedì.

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