Pd, Orlando sfida Renzi ed Emiliano per la segreteria

di Redazione

“Ho deciso di candidarmi perché credo e non mi rassegno al fatto che la politica debba diventare solo prepotenza”. È questa la dichiarazione con cui il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha annunciato la sua candidatura a guida del Pd.

La decisione, ha detto Orlando da Ostia, arriva perché “credo che ci voglia responsabilità e credo che il Pd debba cambiare profondamente per poter essere utile davvero all’Italia e ai problemi degli italiani, che in questo momento stanno vivendo momenti difficili”. Il Guardasigilli ha anche affermato di correre “per vincere” e di essere convinto che tanti lo sosterranno. Orlando diventa così il terzo candidato alla leadership del Partito Democratico insieme a Michele Emiliano e a Matteo Renzi.

“Dentro il Pd ci deve essere anche il rosso, ma noi dobbiamo rifare il Pd che abbiamo sognato dieci anni fa e dobbiamo lavorare per evitare che la politica diventi soltanto risse, conflitti e scontri tra personalità”, ha detto il ministro che ha poi ribadito di volere un partito che “torni a essere una grande e bella occasione di vivere insieme e lavorare per la trasformazione dell’Italia”.

La data migliore per fare le primarie è il 9 aprile. E’ l’indicazione, a quanto si apprende, della commissione Congresso del Pd. La data, su cui punta Renzi, è l’ultima utile per riuscire poi ad andare alle elezioni anticipate l’11 giugno, in un election day con il voto amministrativo. Ma all’interno del partito ci sono posizioni contrarie che vogliono dare maggior spazio ai tempi congressuali. Gli sfidanti Orlando ed Emiliano puntano ai primi di maggio, forse il 7, mentre Cuperlo addirittura a luglio. Un possibile compromesso potrebbe dunque essere quello di domenica 23 aprile, con cui però non si riuscirebbe ad andare al voto anticipato di giugno.

Intanto Renzi, che si trova in California per una serie di incontri nella Silicon Valley, ha scritto sul suo blog che “il futuro prima o poi, torna. E allora facciamoci trovare pronti: anziché litigare sul niente, proviamo a imparare da chi sta costruendo il domani prima degli altri”.

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