Sicurezza nell’Agro Aversano: il Prefetto convoca i sindaci di Aversa, Cesa, Parete e San Marcellino

di Livia Fattore

Aversa – Questione sicurezza nell’Agro Aversano. Sarà questo il tema del Comitato Provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico convocato dal prefetto di Caserta Arturo De Felice per oggi con la convocazione di quattro primi cittadini che, per motivi diversi, si trovano a fronteggiare un qualche tipo di emergenza.

I quattro sindaco invitati dal rappresentante del governo in provincia sono: Enrico De Cristofaro, sindaco di Aversa, dove, dopo la movida violenta o comunque troppo vivace, dopo i continui furti ai danni di abitazioni private, torna anche l’incubo del racket ai danni degli esercizi commerciali come ha dimostrato la recentissima vicenda dell’incendio al negozio di giocattoli Big Toys e al supermercato Lidl;

Enzo Guida, sindaco di Cesa, destinatario, una decina di giorni fa, di una lettera anonima, pervenuta presso la casa comunale, in cui lo si minaccia, insieme ai familiari, in maniera nemmeno tanto velata, invitandolo a fare retromarcia su alcuni atti amministrativi e a non parlare più di camorra;

Luigi Pellegrino, sindaco di Parete, il comune dell’Agro Aversano a cavallo fra le province di Napoli e di Caserta, teatro di diversi episodi dinamitardi ritenuti, senza dubbio alcuno, di natura estorsiva ai danni di imprenditori del posto;

Anacleto Colombiano, sindaco di San Marcellino, dove esiste una delle più grandi ed importanti moschee della Campania se non dell’Italia meridionale, ritenuto, quindi, a giusta ragione, un paese da tenere sotto costante monitoraggio a causa di possibili infiltrazioni dell’Isis, come la cronaca recente ha dimostrato.

Per quanto riguarda Aversa, gli ultimi avvenimenti hanno definitivamente acclarato che nella città normanna il problema della sicurezza c’è ed esiste in tutte le sue sfaccettature, dalla microdelinquenza alla malavita organizzata. Una questione sicurezza ad Aversa esiste e non può certamente essere scaricata solo sulle spalle del sindaco Enrico De Cristofaro e al corpo di polizia municipale ridotto all’osso.

Al primo cittadino è stato chiesto la situazione delle telecamere di videosorveglianza che tanto potrebbero fare in casi come quello del Big Toys e del Lidl. “Le telecamere di videosorveglianza – ha risposto il sindaco normanno – sono, attualmente, ubicate quasi tutte nel centro storico ad eccezione di quelle presenti in piazza Mazzini dinanzi la stazione ferroviaria. Esse nacquero per il controllo della movida. Ma, comunque, non forniscono immagini sufficientemente nitide e quindi sono poco utili ai fini di indagini. Vi sono, poi, quelle montate da poco relative agli accessi alla zona a traffico limitato per le quali dal ministero ci hanno appena dato riscontro relativamente all’omologazione.

Per le periferie, come per la zona in cui si è verificato l’incendio dell’altra notte, non sono previste telecamere». «Questo – continua il primo cittadino – non significa che, però, le zone periferiche dovranno rimanere sguarnite, senza alcun tipo di protezione. Per farlo stiamo pensando ad un progetto apposito da sottoporre all’esame della Regione Campania per il relativo finanziamento, così come ho in animo di chiedere a chi preposto, se come comune possiamo stipulare una convenzione con un istituto di vigilanza privato e se possiamo stipulare polizze a favore degli imprenditori locali».

Insomma, il sindaco De Cristofaro tenta di mettere le classiche ‘pezze ad una situazione obiettivamente difficile, dove i pannicelli caldi non bastano più ed è richiesto un intervento centrale con, in primo luogo, un aumento di organico di carabinieri e, soprattutto della polizia, il cui organico è ridotto al lumicino con, da quanto è dato sapere, una sola vettura di servizio.

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