La 70esima edizione dei prestigiosi Bafta (British Awards of Film and Television Arts), tenutasi presso la vittoriana Royal Albert Hall, ha decretato i propri vincitori. Il musical contemporaneo, che strizza l’occhio ai classici degli anni ’50, “La La Land” di Damien Chazelle ha fatto un ulteriore passo avanti verso l’apoteosi attesa del prossimo 26 febbraio nella “notte delle stelle” di Hollywood portando a casa le maschere dorate (tale è il simbolico trofeo attribuito dai cosiddetti Oscar britannici) per il film, la regia, la fotografia, la colonna sonora e l’attrice protagonista Emma Stone.
Quest’ultima, perfetta nel ruolo dell’aspirante diva Mia Dolan, ha sbaragliato la concorrenza e si prepara, ormai quasi senza rivali, alla conquista del suo primo e meritato Academy Award. Seguono, con due allori, il dramma familiare “Manchester by the Sea” di Kenneth Lonegran (sceneggiatura originale e attore protagonista Casey Affleck) e il dramma etnico “Lion” di Garth Davis (sceneggiatura non originale e attore non protagonista Dev Patel).
Un Bafta a testa per il dramma razziale “Barriere” di Denzel Washington (attrice non protagonista Viola Davis), il fantascientifico “Arrival” di Dennis Villeneuve (sonoro), il bellico “La battaglia di Hacksaw Ridge” di Mel Gibson (montaggio), il remake in live action “Il libro della giungla” di Jon Favreau (effetti visivi), i biopic “Jackie” di Pablo Larrain (costumi) e “Florence” di Stephen Frears (trucco e acconciature).
Il sempreverde Ken Loach ha trionfato con l’ennesimo dramma sociale “Io, Daniel Blake” nella categoria di pellicole dirette da autori del Regno Unito, mentre l’ungherese “Son of Saul” di Laszlo Nemes, cruenta rivisitazione della tragedia dell’Olocausto, si è aggiudicato, a distanza di un anno dall’Oscar, il trofeo per la pellicola in lingua straniera. Grandi delusi della serata “Animali notturni” di Tom Ford e “Moonlight” di Barry Jenkins, partiti da un cospicuo numero di candidature e rimasti completamente a bocca asciutta.