Trapiantato, all’ospedale Molinette di Torino, su un paziente di 51 anni in dialisi, un rene ectopico pelvico, anomalia congenita che porta a dolore cronico e infezioni. Gli interventi sono stati effettuati per la prima volta al mondo con la chirurgia robotica, fondamentale per la posizione anomala del rene, a stretto contatto con l’utero e con una vascolarizzazione complessa.
Il rene, ben funzionante ma destinato allo scarto, è stato trapiantato anche grazie alla volontà della donatrice, una donna di 45 anni, seguita dal professor Bruno Frea, che con il suo gesto generoso voleva dare un senso alle sue precedenti sofferenze.
Il trapianto è tecnicamente riuscito e il paziente è stato sganciato dalla dialisi. Le sue condizioni ora sono in costante miglioramento, ricoverato nella terapia semi-intensiva della Nefrologia universitaria e seguito dall’equipe nefrologica diretta dal professor Luigi Biancone.
“La chirurgia robotica – ha spiegato Paolo Gontero, direttore dell’Urologia universitaria dell’ospedale Molinette – è stata fondamentale in questa particolare situazione. L’aiuto del robot ha permesso l’accuratezza chirurgica necessaria in un intervento così delicato”.
Gontero ha eseguito la nefrectomia insieme al dottor Alessandro Greco ed agli anestesisti Alessandra Davi ed Elisabetta Cerutti. La fase successiva è poi stata eseguita dai dottori Omid Sedigh ed Andrea Bosio, urologi, che hanno ricostruito la complessa via urinaria del rene, anch’essa anomala, insieme a quella del ricevente.
“Il rene presentava una complessità di arterie mai presentata prima d’ora per un trapianto nella trentennale tradizione della Chirurgia vascolare ospedaliera delle Molinette”, ha sottolineato il dottor Maurizio Merlo, che ha eseguito la ricostruzione vascolare del rene ed effettuato la fase vascolare del trapianto.