I finanzieri del comando provinciale di Catania hanno dato esecuzione a un decreto di perquisizione di alcuni container, provenienti dal Sud America, trasportati dalla motonave “Brussels” presso il porto di Salerno e, dopo il rinvenimento di 110 chili di cocaina, hanno eseguito tre provvedimenti di fermo emessi dalla Direzione distrettuale antimafia nei confronti dei componenti di un’associazione internazionale finalizzata all’importazione e al traffico di ingenti quantitativi di stupefacente del tipo cocaina.
L’ingente quantitativo di cocaina purissima era contenuto in alcuni borsoni nascosti all’interno di un container carico di banane. Lo stupefacente era destinato al mercato siciliano e avrebbe fruttato alle organizzazioni criminali coinvolte almeno 14 milioni di euro.
L’indagine faceva emergere l’esistenza di un sodalizio criminoso formato da numerosi soggetti, alcuni dei quali in corso di identificazione, dimoranti tra Sicilia, Campania, Lazio, Sardegna, Spagna, Colombia ed Ecuador e dediti all’organizzazione di consistenti importazioni di cocaina sulla rotta Sud America – Italia.
Nei confronti dei principali artefici del traffico internazionale di stupefacenti, in ragione del grave quadro indiziario emerso e del fondato pericolo di fuga, sono stati emessi da questa Direzione distrettuale antimafia quattro provvedimenti di fermo dei quali tre eseguiti dalle Fiamme gialle. Si tratta di Vincenzo Civale, 40 anni, di origini napoletane, quale detentore dei contatti diretti con i fornitori dello stupefacente operanti nel Sud America; Antonino Lupo, 54 anni, palermitano, e Antonino Ignazio Catalano, 52 anni, palermitano, quali principali committenti sia dei carichi già realizzati che di alcuni di quelli in fase di progettazione. Per un quarto soggetto, di origini spagnole, che spesso dimorava in Sud America, il provvedimento di fermo non è stato eseguito in quanto lo stesso non si trovava sul territorio nazionale.
Le indagini sono state rese particolarmente complesse dal fatto che gli indagati agivano in più paesi tra Europa e Sud America. In particolare, Civale, seguendo le direttive del soggetto di origine spagnole, perfetto conoscitore delle dinamiche interne ai cartelli colombiani, si recava per alcuni mesi in Colombia per accreditarsi e conquistare la fiducia dei fornitori di cocaina.
Durante la permanenza in Sud America, Civale, consapevole dei seri rischi per la sua incolumità fisica in caso di mancata realizzazione del progetto criminale, aveva mantenuto fitti contatti con Lupo al fine di stabilire le modalità più sicure per realizzare la spedizione dello stupefacente.
Dopo frenetiche trattative e continui mutamenti di programma, alla fine del 2016, l’organizzazione, mediante un ignaro corriere internazionale, riusciva a realizzare con successo una spedizione “campione” di 9 chili di cocaina, avente quale mittente un’impresa di Santa Marta (Colombia) e quale destinatario un’impresa etnea di fantasia. Particolarmente innovative le modalità attraverso le quali la cocaina veniva occultata in tale occasione: infatti, attraverso uno speciale procedimento chimico, i mittenti colombiani riuscivano a celare la droga all’interno di carbone vegetale in polvere (oltre 40 chili). La sostanza, così abilmente “confusa”, sarebbe stata poi estratta con un ulteriore procedimento chimico che avrebbe richiesto l’opera di professionalità specifiche.
Il buon esito dell’operazione, a detta degli organizzatori, aveva accresciuto la loro credibilità nei confronti dei mittenti colombiani, così aprendo definitivamente alla possibilità di un più significativo carico.
Ed invero i fermati successivamente facevano giungere venerdì 10 marzo 110 chili di cocaina al porto di Salerno dove, in attesa, vi erano i finanzieri del Goa di Catania. Il sodalizio, nei mesi antecedenti alla realizzazione dei carichi, aveva palesato capacità organizzative di rilievo e pur progettando come porto preferenziale di approdo Palermo, non escludeva il possibile arrivo di spedizioni a Livorno o Genova.
I gip di Palermo e Frosinone hanno convalidato rispettivamente i fermi di Lupo e Catalano, rintracciati nel capoluogo siciliano nella giornata di venerdì 10 marzo e di Civale, fermato presso la sua dimora a Frosinone.