Aversa, Giuliano: “Opg, con un’amministrazione determinata oggi sarebbe al servizio del Tribunale”

di Nicola Rosselli

“Qualche flebile e ‘disinformata’ protesta avvenne, ma fu dovuta al velleitario tentativo di accreditarsi sul ‘risultato Tribunale’ e annessi e connessi; cosa che, per la verità e con esiti involontariamente caricaturali, sta avvenendo troppo frequentemente. La verità è che con presenze romane credibili e accreditati e con un’amministrazione ‘determinata’ – non uso altri e diversi aggettivi – la restante parte dell’Opg sarebbe ora parte integrante del Tribunale e della città”.

Pasquale Giuliano, già sottosegretario alla Giustizia, ‘padre’ del Tribunale di Napoli Nord, dice la sua sulla istituzione, subita dalla città, del carcere in quello che fu il primo ospedale psichiatrico giudiziario italiano. Lo stesso Giuliano, con il suo “Palaestra Normanna” si era rivolto all’epoca anche ad Andrea Orlando, ministro della Giustizia, con un ultimo appello dopo che il sottosegretario Gennaro Migliore, nel corso di una sua visita alle strutture giudiziarie aversane, nel febbraio del 2016, aveva reso noto la notizia.

Dopo un excursus storico, Giuliano scriveva: “Signor Ministro, da tempo Aversa insegue la legittima aspirazione di trasformare quella che nel corso di quasi un secolo e mezzo è stata un’isola estranea alla città in una ‘realtà’ che deve integrarsi nel tessuto urbano e vivere nella città e con la città.  Già con la presenza della Scuola di polizia penitenziaria, ed ora del Tribunale, si è in parte creata questa osmosi virtuosa, che peraltro si implementerà allorché si avrà anche la disponibilità dell’edificio detto della ‘Cavallerizza’, ubicato nell’attuale area dell’Opg, dove sono in corso impegnativi lavori per destinarlo ad aula-bunker”.

“Per la verità – ricorda l’ex magistrato – già anni orsono fu dallo scrivente, nella sua veste sia di parlamentare  che di sottosegretario alla Giustizia,  rappresentato ai vertici del D.a.p. ed all’allora ministro della Giustizia un progetto, corredato da planimetrie e da una serie di dati, con il quale, tra l’altro, con una strada  di collegamento tra via Cavallerizza e via Filippo Saporito, si voleva facilitare ‘l’apertura’ della struttura ospedaliera alla città, consentendone così quasi un’‘attiva’ integrazione fisica. Varie vicende amministrative e l’alternanza delle guide politiche furono però di ostacolo alla realizzazione di tale progetto. La ipotizzata e assai temuta riconversione della restante parte dell’Opg ad istituto di pena viene ora a frustrare ogni legittima aspettativa della città e rischia non solo di radicare ancora di più quel residuo isolamento che si voleva cancellare, ma si trasforma addirittura, per intuibili ragioni legate alla presenza di una struttura carceraria nel cuore della città, in una ulteriore, evidente “criticità” che aggrava la non facile vivibilità del territorio”. Purtroppo, Giuliano è rimasto solo con pochi altri ed è andata come tutti sanno: il carcere è lì.

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Redazione
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