Mondragone – E io pago! Prendendo a prestito una delle più famose battute del principe della risata Totò, si fotografa appieno il comportamento, le negligenze e la prepotenza del duo ribaltonista Cennami/Schiappa.
Dopo aver elargito circa 6mila euro per una recinzione fantasma che doveva servire a mettere in sicurezza il cantiere del tristemente famoso e già sequestrato approdo dei pescatori (Gac) e che in tutti i modi la si può chiamare tranne che recinzione per come è di nuovo ridotta, ecco che i protagonisti del tradimento della volontà popolare ne hanno combinata un’altra delle loro: hanno liquidato, con fondi comunali e – quindi – con i soldi dei mondragonesi, oltre 33mila euro all’impresa esecutrice (?) dei lavori.
La situazione sta assumendo aspetti davvero kafkiani: chi si è reso responsabile con Cennami e Schiappa della mancata ultimazione dei lavori aggiudicandosi un preciso bando pubblico, il quale prevedeva espressamente un cronoprogramma per la realizzazione dell’opera in soli 40 giorni, ecco che oggi viene “premiato” con il pagamento di una somma prelevata dalla casse comunali.
Delle due l’una: o l’impresa ha diritto ad essere liquidata per quanto ha realizzato fin qui e, allora, deve essere pagata fino all’ultimo centesimo, oppure se il contratto prevede che la mancata realizzazione dell’opera nei tempi stabiliti è un’inadempienza, la somma non può assolutamente essere liquidata.
Nell’uno e nell’altro caso la responsabilità politica e morale è dei due geni della politica mondragonese; difatti nella prima ipotesi vorrebbe dire che il vincolo della realizzazione dell’opera in quaranta giorni è valso meno di un fico secco, mentre nel secondo caso acconsentirebbero ad un pagamento non dovuto.
Questa ennesima brutta storia, anch’essa figlia dello scellerato patto ribaltonista, ci dice che il vero significato dell’abbreviazione Gac non è Gruppo di Azione Costiera, bensì Giovanni (Schiappa) e Achille (Cennami) colpevoli!
Il consigliere Giuseppe Piazza