Inviata dal presidente della Commissione Ambiente in Consiglio regionale, Gennaro Oliviero, una nota ai ministri delle Finanze e della Salute, al governatore Vincenzo De Luca, alle Strutture Ministeriale per verifica Lea e Piano di Rientro e, al commissario ad acta per la sanità campana, in cui si evidenzia la continua discriminazione nei confronti della provincia di Caserta per quanto attiene il diritto alla salute. Nonostante la programmazione del piano ospedaliero sottolinei una Provincia di Caserta estremamente svantaggiata, le risorse per il miglioramento delle strutture ospedaliere non vengono conferite in base alla popolazione residente.
“Ho reputato assolutamente necessario inviare una nota ai ministri Padoan, Lorenzin, agli Uffici Ministeriali deputati al controllo di Lea e Piano di Rientro, oltre che al Presidente della Regione De Luca e, al Commissario ad Acta per la Sanità, in quanto sono dell’idea che, di questo passo, il Piano Ospedaliero per Caserta e provincia, rimarrà un’illusoria chimera”, spiega il consigliere regionale del Partito Democratico, che sottolinea: “Il decreto ministeriale 70/2015, intendeva garantire, nell’erogazione delle prestazioni sanitarie, dei Livelli Essenziali di Assistenza qualitativamente appropriati, nell’ottica di una significativa riduzione dei costi. Un fondamentale aspetto che doveva essere recepito nel Piano Ospedaliero regionale, il Dca numero 33, del 17/05/2016. Invero, le buone intenzioni non sono mancate. Difatti, per la provincia di Caserta, è stato previsto un incremento, di 503 posti letto, in attesa della realizzazione del Policlinico di Caserta. In tal modo, non sarebbe raggiunto il coefficiente di 3,70 letti per abitante previsto, tuttavia la giusta via pareva segnata”.
“Invece, quello che viene effettivamente a manifestarsi – prosegue Oliviero – è il collo di bottiglia rappresentato dalla mancata correlazione tra pianificazione e attuazione: il potenziamento coinvolge i Presidi Ospedalieri, senza tener conto del fatto che le strutture non rispettano i requisiti minimi strutturali, oltre che organizzativi e tecnologici, ragion per cui risulta, a tutt’oggi, quantomeno problematico l’effettiva realizzazione di un concreto ingrandimento della loro capacità. Il Commissario ad Acta, nella ripartizione dei posti letto nella Provincia di Caserta, pur riconoscendo la fortissima penalizzazione di Terra di lavoro, ha riprogrammato in aumento, non esplicitando i criteri in base ai quali sarà possibile effettuare questa delicata e fondamentale operazione”.
“A questo – continua – si aggiunge l’amara sorpresa, una volta analizzato il Dca numero 7, dello scorso 8 febbraio, riguardante il Programma interventi edilizia sanitaria. Si tratta di un atto indispensabile per addivenire allo sviluppo dell’offerta sanitaria pubblica in provincia di Caserta, in quanto il Regolamento ministeriale pone come conditio sine qua non, la qualità e la sicurezza strutturale. Tuttavia, stando alla realtà diventa difficile pensare che questa ipotesi possa effettivamente realizzarsi: a fronte di un’incidenza del 16% riguardo la popolazione provinciale su quella regionale, le risorse distribuite a Caserta e provincia, ammontano neanche al 10%”.
“Inoltre – aggiunge Oliviero – bisogna subire, nel riparto delle risorse destinate al Servizio Sanitario Regionale, una distrazione di fondi, imputati alla SUN (solo virtualmente assegnata a Terra di Lavoro, nonostante il Protocollo d’intesa tra la citata Azienda Ospedaliera e la Regione, confermi e rafforzi questa scelta operativa) pienamente funzionante nel capoluogo partenopeo, con utenza, prevalentemente, napoletana. Se l’incarico prioritario del Commissario ad Acta per la Sanità è, adottare tutti gli interventi necessari a garantire l’erogazione dei Lea, tendendo al migliorando gli attuali indici, unica prospettiva e, logica conseguenza proponibile per la Regione Campania, sarà soltanto un commissariamento permanente, in quanto Livelli Essenziali di Assistenza ottimali non saranno mai raggiunti in virtù della carente offerta sanitaria casertana”.
Alla luce di questa stato dei fatti, Oliviero pone un dubbio: “L’organizzazione ospedaliera messa in piedi dalla Struttura Commissariale è soltanto ipotetica, visto che nella prassi viene disattesa; oppure, siamo in presenza di una programmazione sanitaria non rispondente ad uno strategico e univoco criterio?”.
“I miei timori – conclude l’esponente del Pd – vengono ulteriormente consolidati dalla completa assenza della politica in questa vicenda, un dato destinato a segnare l’attenzione della cittadinanza casertana che, vedendo sospese le proprie scelte e, soprattutto, nel rendersi conto di quanto venga negato, amministrativamente, il proprio bisogno primario, costituzionalmente garantito, del Diritto alla salute, potrebbe adire le competenti Autorità per ottenerne un riconoscimento forzoso”.