Russiagate, Fbi conferma indagine su legami Trump-Mosca

di Redazione

E’ ufficiale. L’Fbi sta indagando su possibili collusioni del fronte Trump con la Russia nel corso delle elezioni 2016. Lo ha confermato il direttore dell’Federal bureau invetigation, James Comey, nell’audizione presso la Commissione Intelligence della Camera.

“Ho ricevuto l’autorizzazione del dipartimento di Giustizia per confermare che l’Fbi sta indagando sui tentativi del governo russo di interferire nelle elezioni 2016 e su qualsiasi legame possibile con la campagna di Trump”, ha detto Comey, in audizione a Capitol Hill, chiamato a deporre sulle presunte ‘intrusioni’ di Mosca sulle elezioni americani e i contatti di cui alcuni membri dell’entourage di Donald Trump sono sospettati di aver tenuto con esponenti russi.

Comey è stato anche interpellato sulle accuse lanciate via Twitter dal presidente Donald Trump secondo il quale il suo predecessore Barack Obama lo aveva intercettato presso la Trump Tower durante la campagna elettorale, circostanza su cui non sono tuttavia emerse prove, e anche la stessa commissione intelligence ha condotto verifiche senza trovarne riscontro. “Non abbiamo informazioni a sostegno” di quanto espresso nel tweet del presidente.

Anche il repubblicano Devin Nunes, presidente della commissione, ha escluso che la Trump Tower di New York, quartier generale della campagna elettorale dell’attuale presidente, sia stata sottoposta a intercettazioni aggiungendo che potrebbero essere avvenuti altri tipi di sorveglianza ai danni di Trump. “Lasciatemi essere chiaro: sappiamo che non ci sono state intercettazioni nella Trump Tower. Nonostante questo, è possibile che altre attività di sorveglianza siano state usate contro il presidente e i suoi uomini”.

Nel frattempo, sotto giuramento e seduto accanto al capo della Nsa, Mike Rogers, anche lui all’audizione, Comey ha confermato. Esiste, dunque, un’indagine dell’Fbi sui presunti legami tra la campagna di Trump e la Russia nel corso delle elezioni presidenziali 2016. “Seguiremo i fatti ovunque ci porteranno”, ha detto assicurando la massima imparzialità dell’inchiesta.

Comey e Rogers hanno inoltre dichiarato che gli hacker russi non hanno alterato i risultati elettorali negli ‘swing States’, gli Stati chiave per la vittoria elettorale di Trump. Alla domanda del repubblicano Devin Nunes, presidente della commissione, sia Comey che Rogers hanno risposto che non ci sono prove di interferenze russe nel conteggio dei voti in Michigan, Pennsylvania, Wisconsin, Florida, North Carolina e Ohio.

Nunes ha escluso che la Trump Tower di New York, quartier generale della campagna elettorale dell’attuale presidente, sia stata sottoposta a intercettazioni aggiungendo che potrebbero essere avvenuti altri tipi di sorveglianza ai danni di Trump. “Lasciatemi essere chiaro: sappiamo che non ci sono state intercettazioni nella Trump Tower. Nonostante questo, è possibile che altre attività di sorveglianza siano state usate contro il presidente e i suoi uomini”.

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