È polemica ad Aversa per i nuovi orari dei treni della tratta Roma – Napoli che entreranno in vigore il 12 marzo (leggi qui), orari cambiati dal recente aggiornamento del 12 dicembre 2016 sotto pressione del Comitato Pendolari Albanova – San Marcellino e di altri enti, comitati e personalità con cui questo ha collaborato.
Infatti, il Comitato, a vantaggio dei pendolari delle stazioni di San Cipriano e Frignano, grazie anche ad un invito ad una consulta unificata con la regione, ha promosso istanze per il cambio di orari e per permettere ai treni regionali della suddetta tratta di fermarsi a tutte le stazioni.
È a questo che si oppone il Carp, Comitato Pendolari Aversa – Roma, attivo dal 2011 e che ha interloquito con la regione fino al 2015.
A parlare è il portavoce Michele Galluccio, assessore comunale della città di Aversa, che ha definito pessima la nuova situazione dovuta alle richieste del Comitato Albanova – San Marcellino (che, per praticità, chiameremo, solo in questa sede, Casp).
“La situazione è semplice – dichiara – gli orari che entreranno in vigore a partire dal 12 marzo vanno a discapito dell’utenza della stazione di Aversa che, a rigor di logica, è il nodo cruciale e più importante del territorio, avendo a che fare con pendolari che arrivano da tutti i paesi limitrofi e oltre. Raddoppiando le fermate per i treni, sottolineo regionali, della tratta Napoli – Roma, i treni stessi aumenteranno la loro corsa da 1 ora e 50 a 2 ore e 40. Un cambiamento infelice a danno di tutti quei lavoratori che hanno sempre raggiunto Roma (o viceversa Napoli) in un certo lasso di tempo”.
“Agiremo – continua – ovviamente con una raccolta firme sui treni, autorizzata poi anche dal nostro sindaco e, se necessario, ci rivolgeremo a qualsiasi canale, regione compresa, per ritornare alla situazione di prima”.
Al nominare quest’ultima, chiediamo allora perché il Carp non ha partecipato, come invece il Casp ha fatto, alla consulta unificata in cui i rappresentanti della regione erano presenti. Galluccio non fa attendere risposta: “Nessuno ci ha invitati e poi, a prescindere, a noi gli orari del 12 dicembre, ma anche quelli prima, andavano benissimo, a che pro interloquire? Di certo non pensavamo sarebbero mutati, non andiamo a ribattere su cose scontate”.
“Da che mondo e mondo – ci tiene a precisare – sono i grossi nodi ferroviari, in questo caso evidenzio il ruolo di Aversa in primis, che devono essere tutelati. Un treno che prima faceva 7 fermate ora ne fa ben 19, è ovvio che l’utenza sia arrabbiata. Questa mi pare una guerra tra poveri, non si può mortificare una stazione così importante come quella di Aversa”.
“Io credo alla buona fede e, probabilmente, alla poca esperienza di coloro che hanno voluto cambiare gli orari, ma non si sono resi conto di ciò che stavano facendo. Se ragionassero tutti i comitati o gli enti così, cioè di far fermare treni regionali in tutte le stazioni, ne nascerebbero gravi disagi. A questo punto – aggiunge ironicamente – facciamolo fermare anche a Marcianise, Casagiove e Gricignano questo treno!”.
Galluccio, poi, sostiene che il Carp ha comunque, in passato, pensato anche alle piccole stazioni: “Voglio sottolineare che la nostra non è una critica egoistica, ma solo una riflessione. In passato, il Carp ha ottenuto vantaggi per le navette, come quelle tuttora presenti nella tratta di Caserta, che mettono in comunicazione le stazioni più piccole con quelle più grandi”.
“Facendo dei calcoli veloci, per andata e ritorno Roma – Napoli ora un pendolare, con questa rimodulazione degli orari, resterà sul treno per ben 5 ore dovendo ‘sopportare’ una sequela di fermate infinite. Questa cosa non può sussistere. Spero si capisca che la nostra ‘polemica’ o la petizione non sono dichiarazioni di guerra, vogliamo solo tutelare un nodo, quello di Aversa, che è oggettivamente principale e, di rimando, evitare, per tutti, disordini, ritardi e disservizi”.