Il Tribunale di Trani ha assolto tutti gli imputati (5 tra analisti e manager di Standard & Poor’s e la stessa società di rating) dall’accusa di manipolazione del mercato per la decisione di declassare di due gradini il rating dell’Italia nel gennaio 2012. La procura aveva chiesto condanne tra due e tre anni per manager e analisti e una sanzione da 4,6 milioni di euro per l’agenzia.
Alla sbarra erano finiti Deven Sharma, all’epoca dei fatti presidente mondiale di S&P (per il quale la Procura aveva chiesto una condanna a due anni); Yann Le Pallec, responsabile per l’Europa, e gli analisti del debito sovrano Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer, per i quali la richiesta era di tre anni di reclusione.
Dopo l’assoluzione, Standard & Poor’s ha subito diffuso una nota commentando una “decisione”, scrive, che “conferma in modo inequivocabile come in tutti questi anni la società sia stata oggetto di illazioni fantasiose. Finalmente è stata resa giustizia alla società e a ognuna delle persone che quotidianamente lavorano con onestà e competenza professionale. Abbiamo sempre riposto tutta la nostra fiducia nella correttezza delle nostre azioni e nella capacità dei giudici che hanno dissolto ogni dubbio sull’integrità e sulla qualità del nostro lavoro”.
Grande soddisfazione è stata espressa anche dai difensori dell’analista di Fitch, David Riley, gli avvocati Marco Calleri e Andrea Rossetti, che hanno manifestato “felicità, in particolare, per l’imputato e per la società, che hanno visto riconosciuta dal Tribunale in termini assoluti l’infondatezza dell’addebito”.
“Sono ovviamente contento della decisione del Tribunale. – ha detto l’avvocato Guido Carlo Alleva, uno dei difensori degli imputati – Penso che questa decisione, poi leggeremo le motivazioni, dimostri che le ipotesi di responsabilità di Standard&Poor’s erano sostanzialmente infondate, come noi, per la verità, abbiamo sempre sostenuto”. “Non abbiamo mai mancato di avere fiducia nella deliberazione di questi giudici. – ha aggiunto – Abbiamo cercato di spiegare al tribunale tutte le ragioni dei comportamenti degli analisti di S&P e mi sembra che il tribunale abbia accolto le nostre ragioni. Non sono né sorpreso, né l’avevo previsto: ogni processo ha la sua storia”.
Il processo era partito in seguito alle denunce di Adusbef e Federconsumatori contro S&P e Fitch. “Le sentenze non si commentano, si rispettano. – dice il pm di Trani Michele Ruggiero – Abbiamo fatto la nostra parte fino in fondo. Forse c’e un po’ di amarezza , ma l’assoluta convinzione che tutto quello che si poteva fare, tutto quello che si poteva dire, sostenere, l’abbiamo fatto, detto e sostenuto con grande orgoglio”. “Questa è una battaglia – ha aggiunto Ruggiero – che abbiamo cercato di fare per ripristinare un po’ di trasparenza e di verità. Confidiamo però nel lavoro della magistratura, rispetto per le sentenze dei giudici: leggeremo le motivazioni, poi valuteremo un eventuale appello”.