Era stata promessa in sposa a uno sconosciuto di dieci anni più grande di lei. Una studentessa torinese di origini egiziane, 15 anni, è stata allontanata dalla famiglia, su provvedimento del Tribunale dei minori, e inserita in una comunità. La giovane, che per evitare il matrimonio combinato aveva tentato il suicidio tagliandosi le vene dei polsi, si è confidata con una compagna di classe che l’ha convinta a rivolgersi alla polizia.
In Italia da sette anni, ora la 15enne ha ripreso ad andare a scuola. I poliziotti che sono andati a trovarla la descrivono come “felice” e “serena” e lei sembra avere le idee chiare. “Voglio studiare perché voglio cambiare vita. Non voglio sposare un uomo che non conosco e che non amo”, ha detto alle forze dell’ordine.
Segnalata alla Procura la madre, che nel frattempo avrebbe lasciato Torino con gli altri figli, due bambine di tre e sei anni e un ragazzino di 12. Alla presenza del preside, e della dirigente del commissariato, la 15enne ha raccontato che la cerimonia di fidanzamento si sarebbe svolta di lì a pochi giorni e che a casa era tutto pronto: banchetto nuziale, vestito rosso e viaggio in Egitto.
La madre le aveva detto che non sarebbe più andata a scuola, poiché ad una moglie non serve l’istruzione, e che non avrebbe più potuto ribellarsi perché l’avrebbe mandata in Egitto dalla futura suocera. Lo sposo sarebbe stato un commerciante 25enne egiziano, ora irreperibile. La ragazzina, dopo aver tentato il suicidio, non era stata portata in ospedale ma era stata medicata a casa.