Una notizia tragica ha scosso il mondo del ciclismo e dello sport italiano. Michele Scarponi, 37 anni, ha perso la vita sabato mattina in un incidente stradale. Il corridore anconetano si è scontrato frontalmente con un furgone mentre si allenava in bici alle porte di Filottrano (Ancona), suo paese natale, ed è morto sul colpo. La notizia è stata confermata dal presidente della Federciclismo, Renato Di Rocco, in lacrime.
Da una prima ricostruzione “l’Aquila di Filottrano”, così come era soprannominato Scarponi, in sella alla sua bicicletta per allenarsi stava percorrendo via dell’Industria quando a un incrocio è stato travolto da un furgone, il cui conducente pare non si sia accorto del ciclista che gli ha tagliato la strada: “Non l’ho visto”.
Il 57enne non ha dato la precedenza e per questo è accusato di omicidio colposo. Attivato il 118, la centrale operativa ha provveduto ad inviare un’ambulanza che in pochi minuti ha raggiunto il luogo dell’intervento. Nel frattempo, da Torrette, si alzava in volo l’elicottero. L’anestesista rianimatore non ha potuto far altro che constatare il decesso.
Solo cinque giorni fa Scarponi aveva vinto a Hungerburg, in Austria, la prima tappa del Tour of Alps, poi chiuso in quarta posizione. Avrebbe compiuto 38 anni a settembre. Professionista dal 2002, grande scalatore, ha vinto il Giro d’Italia 2011 dopo la squalifica di Alberto Contador e avrebbe partecipato da capitano dell’Astana alla prossima corsa rosa in seguito al forfait di Aru.
Poco dopo, il presidente Di Rocco, nell’esprimere in una nota “il profondo cordoglio anche a nome del movimento ciclistico italiano, invita ad osservare un minuto di raccoglimento in tutte le gare ciclistiche”.