Gricignano, licenziati dalla Ecotransider: il giudice reintegra i dipendenti

di Antonio Taglialatela

Gricignano – Il giudice del lavoro del Tribunale di Napoli Nord ha reintegrato sul posto di lavoro i quattro dipendenti della Ecotransider di Gricignano destinatari, lo scorso anno, di provvedimenti disciplinari di licenziamento poiché ritenuti responsabili di condotte illecite, ossia di un sit-in di protesta inscenato davanti all’ingresso dello stabilimento.

Difesi dagli avvocati Massimiliano De Benedictis ed Orsola Petrillo di Caserta, gli operai hanno impugnato il licenziamento, ottenendo il reintegro.

Una prima protesta dei lavoratori si ebbe nell’ottobre del 2015 quando 15 di loro finirono in cassa integrazione. Una situazione che li indusse a porsi in stato di agitazione, contestando non tanto la scelta della cassa integrazione ma il metodo con cui fu applicata. L’azienda, che impiegava complessivamente 67 persone, a detta degli operai non coinvolse il sindacato Cisl al tavolo di concertazione in Regione durante il quale fu chiesto il sussidio per un tetto massimo di 40 lavoratori. Sussidio che percepirono, all’epoca, solo i 15 dipendenti finiti in mobilità.

Il reintegro ottenuto, comunque, non consentirà agli operai di tornare effettivamente al lavoro poiché da mesi l’azienda è inattiva per la vicenda della puzza prodotta dallo stabilimento, da anni al centro di proteste da parte delle popolazioni di Gricignano e dei territori limitrofi, che lo scorso gennaio ha portato la Regione Campania, attraverso il dirigente del Dipartimento Ambiente, a comunicare all’azienda l’avvio del procedimento di revoca dell’autorizzazione al trattamento di rifiuti.

Il Tar, inoltre, ha respinto l’istanza cautelare, presentata dall’azienda, contro l’annullamento dei permessi a costruire rilasciati al consorzio “Steel Woman” che ha tra le sue agglomerate la stessa Ecotransider. Il provvedimento era stato adottato dall’ufficio tecnico del Comune di Gricignano dopo la decisione del consorzio Asi di Caserta di revocare l’assegnazione del suolo su cui insiste lo stabilimento. Decisione, quella del consorzio industriale, dichiarata legittima sia dal Tar che dal Consiglio di Stato, ai quali l’azienda si era appellata. Il Consiglio di Stato aveva dichiarato inammissibile anche il ricorso per revocazione, presentato dalla Ecotransider, contro la sentenza che confermava l’esecutività della delibera dell’Asi.

La vicenda, ricordiamo, non riguarda i miasmi nauseabondi che infestano da anni il territorio di Gricignano e dei comuni limitrofi bensì la somma residua, che si aggira intorno ai 180mila euro, che il consorzio “Steel Woman” non ha versato all’Asi per l’acquisizione di circa 31mila metri quadrati di area ricadente sul territorio industriale di Gricignano e sulla quale oggi opera la Ecotransider. Versamento per il quale sono ormai decaduti i termini.

Per effetto di tale revoca, oggi Ecotransider e ditte associate sono di fatto impossibilitate a esercitare legittimamente la loro attività perché private dal Consorzio Asi del fattore fondamentale: il suolo per l’insediamento. La delibera dell’Asi ha costituito anche il presupposto giuridico che ha consentito al Comune di Gricignano di procedere alla revoca dei permessi a costruire.

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