Non fu un incidente domestico quello che costò la vita a Franceschina De Angelis, 81 anni, di Lusciano. Ad ucciderla, secondo le indagini compiute dalla polizia, fu il figlio di 45 anni, ora finito in carcere con l’accusa di omicidio preterintenzionale aggravato.
Il 10 dicembre scorso la donna venne ricoverata all’ospedale “Moscati” di Aversa con diverse lesioni. Lei, già gravemente ammalata, dichiarò di averle riportate dopo una caduta accidentale avvenuta all’interno della sua abitazione nella quale viveva col figlio. Ma quelle ferite, secondo i sanitari, non erano compatibili con la versione fornita. E così gli agenti del commissariato di Aversa avviarono le indagini per accertare l’episodio.
Sei giorni dopo la donna moriva e i risultati dell’autopsia confermavano i sospetti: le numerose lesioni sulla salma non potevano essere state causate da una semplice caduta accidentale. Ulteriori elementi emergevano dal sopralluogo all’interno dell’abitazione dell’ottantenne, derivati da tracce di sangue sul pavimento accanto al letto della donna, nella camera dormivano lei e il figlio, tra l’altor una persona presente in casa con la madre la sera precedente al ricovero.
Dalle indagini, inoltre, gli inquirenti accertavano che l’uomo aveva tentato, durante il sopralluogo della Scientifica, di cancellare con la scarpa delle tracce di sangue in casa.
Venivano sentiti anche alcuni familiari della donna ed emergeva che la sera del 9 dicembre il 45enne era da solo in casa con la madre e che la versione fornita dall’anziana non era veritiera, probabilmente dovuta al fatto che la donna volesse coprire il figlio, celibe e, a quanto pare, con qualche disagio psicologico. Si delineava, dunque, un grave quadro indiziario nei confronti del 45enne, avvalorato dalle risultanze dell’autopsia, dalle analisi del Dna e dalle numerose incongruenze delle sue testimonianze rese agli investigatori. Fino a che il gip del tribunale di Napoli Nord ha emesso nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare.