Steve Stephens si è suicidato. Inseguito dagli agenti che lo avevano localizzato nella Contea di Erie, in Pennsylvania, il “killer di Facebook” si è sparato quando si è scoperto circondato. La notizia è stata data dalla polizia della Pennsylvania in un tweet.
Le autorità americane avevano fissato una ricompensa pari a 50mila dollari per chi avrebbe fornito informazioni utili alla ricerca del 37enne afroamericano datosi alla fuga dopo aver ucciso un 74enne nella zona di Cleveland e aver postato il video dell’omicidio su Facebook. Nel filmato l’uomo aveva confessato altri 13 omicidi.
La caccia all’uomo, ampliata inizialmente a cinque Stati (Pennsylvania, New York, Indiana, Michigan e Ohio), era stata successivamente estesa a tutti gli Stati uniti. Nel corso di una conferenza stampa, il capo della polizia di Cleveland, Calvin Williams, aveva riferito di aver parlato con Stephens, ma di non essere riuscito a convincerlo a consegnarsi. L’uomo era fuggito su una Ford Fusion bianca con targhe provvisorie.
Il movente dell’omicidio, in realtà, potrebbe essere legato alla fine del suo fidanzamento. Nel filmato in cui uccide l’anziano, Stephens chiede al malcapitato di ripetere il nome di una donna che la vittima sembra non riconoscere. E’ la sua fidanzata, che lo ha lasciato poco prima. “Lei è il motivo di quello che ti sta succedendo”, dice l’aggressore prima di sparare.
Intanto, montano le polemiche contro Facebook per le quasi tre ore che ha impiegato il social network per rimuovere il video dell’omicidio. Faremo di più, ha assicurato Justin Osofsky, vicepresidente di Facebook per le operazioni globali. “Diamo priorità alle segnalazioni con serie implicazioni di sicurezza per la nostra comunità – ha poi spiegato – e stiamo lavorando per rendere questo processo di revisione ancora più veloce”.