Nessun festeggiamento, nessuna rievocazione, nessuna riflessione a Frignano sul 25 aprile. La Giunta comunale rieletta non festeggia la liberazione perché rivendica radici fasciste e reazionarie. La resistenza a Frignano non è da considerare un valore fondante della Repubblica ma un ricordo cattivo di una sconfitta che, a distanza di oltre settant’anni, si fatica a comprendere e ad accettare.
Frignano è ormai qualcosa di unico nel panorama politico e sociale locale. La nuova Giunta si fa paladina della “desistenza” e ripudia la storia, tanto da portar via la palla infantilmente perché anni prima i nonni han perso la partita giocata male.
Se però il problema lo si sposta sulla gente che vive stanca fuori ai bar o ai circoli, in piazza o sui marciapiedi, si nota con desolazione che questa non ha più il tempo e l’interesse (tra le chiacchiere su di una partita di Champions League e quattro invettive populiste a chi governa a Roma) neppure di ricordarsi di questa che fra le feste è l’unica che ci ha visto davvero uniti tutti, da nord a sud, in un intento unico (a di là dei mondiali di calcio). Della gente comune è facile parlare, certo, ma qui a Frignano si può criticare senza troppa difficoltà anche i partiti (o quel che ne resta) e i movimenti (o quel che si millanta) che nulla han detto ieri della grave mancanza istituzionale della maggioranza Piatto.
Capiamone il perché:
Il Pd locale, ad esempio, è famoso per risorgere sotto elezioni e che quindi potrebbe anche non essersi accorto di nulla, o aver fatto finta di nulla, perché tanto questa è ormai una festa che imbarazza anche i Dem 2.0;
Il M5S vola così in alto, riguardo ai temi di politica nazionale ed internazionale, che francamente può fare a meno di parlare di una “festicciola andata deserta”: della serie, non sprechiamo cervelli!
Insomma; il vero e solo atto fondante di questa Repubblica a Frignano non riscalda più i cuori e non fa stringere le mani. Come se ricordare questo giorno fosse un regalo fatto alla “sinistra”. Il nemico di sempre. Perché, diciamocelo pure, a Frignano c’è ancora, a distanza di settant’anni e a spregio di oltre 500mila mila vittime di guerra, chi fa apologia del fascismo (senza conoscere di questo movimento: radici ideologiche, storia e conseguenze). L’ amministrazione ha disertato e snobbato ieri una festa nazionale che celebra un giorno di gloria per tutto un popolo che, come scrisse allora Calamandrei, quel giorno capì tutt’assieme che “era giunta l’ora di resistere; era giunta l’ora di essere uomini: di morire per vivere da uomini”.
Sarà che la libertà è come l’aria; ti rendi conto del suo valore quando comincia a mancare, ma i primi sintomi dell’asfissia ci sono tutti: ipossia, sincope e istupidimento.
Il Comitato Promotore “Articolo Uno” – Movimento Democratico e Progressista
Il responsabile protempore di Frignano, Ulisse Farese