Serra (Afi): “A Villa Literno come Cancello ed Arnone, più disagi che servizi”

di Redazione

«Villa Literno ha una fermata strategica per quanto riguarda il settore ferroviario. Da lì si prosegue per Roma, con fermata a Formia. Oppure si raggiunge Napoli, o diversamente si prosegue per Aversa. Ma se un disabile volesse partire dalla stazione, in che modo potrà farlo?». Inizia così l’intervento di Pietro Serra, presidente nazionale di “Alternativa Futura per l’Italia”, movimento politico di centrodestra.

«Nonostante l’ampissimo bacino di utenza che conta la sosta di centinaia di persone ogni giorno – scrive il leader dell’Afi nel suo sito ufficiale -, la struttura è provvista di sottopassaggi e nessun ascensore». E incalza l’amministrazione comunale: «Non va meglio ai turisti o coloro che vorrebbero fermarsi in paese. I servizi, anche minimi, non ci sono. Eppure si parla di un centro che conta poco più di 11.000 abitanti e che negli ultimi 150 anni ha avuto un incremento dinamico. Con un numero destinato, naturalmente, a lievitare. Ma nonostante le cifre importanti e l’estensione territoriale superiore ai 60 km², mai nessuna amministrazione si è presa la briga di istituire un servizio navetta. Una cosa che seppur banale, gioverebbe ai liternesi ed eventuali turisti».

Il presidente, ha proseguito parlando della vicina Cancello ed Arnone, spiegando come i piccoli centri possono fare la differenza, qualora venissero valorizzati: «Non altrettanto facile è raggiungere Cancello ed Arnone, centro importantissimo per la produzione di mozzarella di bufala. Se non si ha la macchina, i mezzi pubblici sono pressoché latitanti. E quelli a disposizione sono presi d’assalto, quotidianamente, da diverse decine di extracomunitari. Ma anche di campani senza biglietto. Fatto che dovrebbe incentivare il reinserimento del bigliettaio, magari uno in ogni stazione, che costituirebbe occasione di lavoro, nonché un deterrente alla piaga dilagante dell’evasione».

«Tuttavia – prosegue -, a parte la linea ferroviaria, che conta appena due binari, il resto rimane incognito. E il reale, si riverbera nel virtuale. Partendo dal sito del Comune. Sindaco? Pagina in costruzione. Uffici e Servizi? Pagina in costruzione. Contatti? Pagina in costruzione. Costruire tutto per non costruire nulla. A parte la Sagra della mozzarella, il paese durante l’anno si presenta spento e moscio».

E conclude: «Questa è l’ennesima dimostrazione di un modo di fare all’italiana. Perché le sagre non bastano. Il turismo deve durare 365 giorni. Costituendo, ad esempio, un circuito virtuoso che collega i diversi centri. Prendendo d’esempio il modello umbro o toscano, dove i civili migrano dalle grandi città ai piccoli paesi. Con trasporti più efficenti e campagne mediatiche mirate, si potrebbero valorizzare queste realtà locali per incentivare il turismo ambientale, storico, ludico e religioso».

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