Asl Caserta, i lavoratori “invisibili” scrivono a De Luca: “Basta con diritti calpestati”

di Antonio Arduino

Aversa – Continua la lotta degli operatori ospedalieri interinali per la conservazione del posto di lavoro. Gli “invisibili” – come si autodefiniscono i “lavoratori somministrati ” della Regione Campania che, in mancanza di normali assunzioni di personale, bloccate da tempo, negli ultimi anni hanno retto e stanno reggendo le sorti della Sanità Campana, degli ospedali e delle unità operative delle Asl e delle aziende ospedaliere, venendo assunti con contratti a termine da agenzie interinali private e non dalle aziende sanitarie attraverso avvisi pubblici o concorsi – scrivono al governatore della Regione Campania, al direttore generale dell’Asl Caserta, al direttore Gru dell’Asl Caserta e alla Procura della Repubblica di Napoli Nord per reclamare il loro diritto al lavoro.

“Gli ‘invisibili’, i 1200 ‘lavoratori somministrati’ della Regione Campania, quelli invisibili, quelli che negli ultimi anni, visto il blocco delle assunzioni, hanno retto e stanno reggendo le sorti della sanità campana, degli ospedali e delle unità operative di frontiera all’interno delle Asl e delle aziende ospedaliere. – scrivono nella nota inviata alle autorità – Le delibere la 341, la 380 e la numero 470, proposte dalla dottoressa Cosentino, e dalla triade direzionale dell’Asl Caserta, stanno scatenando un allarme sociale a livello regionale, una guerra tra poveri, di chi giustamente da anni lavora tramite il lavoro somministrato e vede in pericolo quel poco per sopravvivere, e chi a sua volta vorrebbe ritornare nella propria terra d’origine, tramite mobilità extraregionali volontarie. L’appello che viene rivolto soprattutto al governatore De Luca è quello di ripristinare la trasparenza, e bandire i concorsi, e non come stanno tentando di fare alcuni amministratori tramite delibere di convenzioni, a dispetto della legalità, vedi sentenza del Consiglio di Stato numero 00910/2015, la quale si è espressa in merito e in modo univoco, sulla differenza sostanziale fra  le procedure concorsuali, e quelle  di Mobilità, sembrerebbe che la spinta e l’accelerata data dagli amministratori dell’Asl Caserta racchiude in se interessi, che lasciano qualche dubbio, visto che i ‘nomi e i cognomi’ delle  delibere  delle convenzioni adottate   sono già noti da tempo con atti pubblici”.

“Si rammenta sempre in punta di diritto – continua la nota – la poca chiarezza della  delibera di  stabilizzazione la 1318 del 12-10-2015 dell’Asl Caserta, di cui hanno beneficiato numerosi infermieri, personale del comparto e della dirigenza, alcuni di essi  si sono visti attribuire magicamente il ruolo  di ‘precari’ nella Regione Campania, anche essendo personale di ruolo a tempo indeterminato del Servizio sanitario nazionale, l’artifizio, l’atto finale, è stato quello di pretendere  le  dimissioni volontarie da parte del personale dalle Regioni di appartenenza un giorno prima, o un’ora prima, che firmassero  il contratto a tempo indeterminato con l’Asl Caserta. Una delibera che non solo ha calpestato le norme più elementari della riforma del precariato, la quale prevedeva che solo il 50% di quelli aventi lo status di ‘precario’ andava sanato, e che il restante 50% dei posti vacanti andava messo a Concorso Pubblico”.

“In Regione Campania – prosegue la nota – i 1200 lavoratori somministrati, hanno delle famiglie, in tanti anche dei figli, e non riescono a comprendere le motivazioni di questa ‘crociata’, avviata dal direttore generale dell’Asl Caserta, che con degli atti per lo meno anomali sta inquinando il vivere quotidiano. Certamente né i somministrati né quelli delle graduatorie di mobilità hanno colpa di qualcosa che non gli appartiene, forse il direttore generale ha iniziato un processo di moralizzazione trasversale, per poi passare agli infermieri e agli operatori sanitari delle partite Iva, per ridurre i costi cospicui degli stipendi della Sanità Penitenziaria, di seguito poi passerà ad altre tipologie di precariato (co.co.co, co.co.pro., cooperative) e così via?”.

“E’ per questo motivo – sottolineano – che gli ‘invisibili’ chiedono al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e agli organi competenti di intervenire e di mettere la parola fine a questo scempio di diritti calpestati”. “Un grazie a tutti coloro che vorranno ascoltare la voce degli invisibili”, conclude la nota.

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