Frattamaggiore, Pasqua: la processione del “Son c’à sceta”

di Redazione

Frattamaggiore (Napoli) – “Non è qui, è risorto”. Con il fulcro del Kerygma – l’annuncio pasquale di passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo, Figlio di Dio – l’arcivescovo metropolita di Napoli, Crescenzio Sepe, ha iniziato la sua omelia durante la liturgia mattutina della domenica di Pasqua.

“Dinanzi alle tenebre che si stagliano sul mondo, malavita, terrorismo, divario tra ricchi e poveri, il cristiano è chiamato all’annuncio di Dio, che si cala nelle sofferenze dell’umanità, le redime dal peccato e sconfigge la morte proiettando coloro che credono in Lui nella vita eterna”, ha detto il cardinale. Davanti l’altare il cero pasquale, simbolo della luce del Cristo che si irradia tra gli uomini nel primo giorno dopo il sabato, giorno senza fine.

Nel lunedì in albis, a Frattamaggiore, la consueta tradizione del “Son c’à sceta” (“Suona con la tromba del risveglio”) che annuncia l’incontro del popolo con il Risorto ed il suo “ritrovamento” nell’ambiente tipico, canapiero, paesano antico: “L’hanno truveto rint’ ‘a stoppa arravuglieto”. Una processione delle statue dei santi, araldi dell’annuncio della risurrezione del Signore.

E poi la corsa dei “fujenti”, devoti alla Madonna dell’Arco di Sant’Anastasia, la cui grande adorazione si esprime nel giorno successivo alla Pasqua di Resurrezione.

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