Napoli – Il virus Hpv è uno dei più importanti virus oncogeni, responsabile di numerose patologie, tra cui la più comune è il carcinoma della cervice uterina, primo tumore riconosciuto dall’Organizzazione mondiale della Sanità come totalmente riconducibile ad un’infezione.
In Italia il piano nazionale per la prevenzione 2014-2018 ha dato indicazioni per l’introduzione del nuovo test all’interno del protocollo di screening. Un nuovo vaccino sarà capace di coprire nove tipi di virus. E da quest’anno sarà consigliato anche ai maschi a partire dai nove anni.
“La regia della pratica vaccinale è affidata ai Dipartimenti di prevenzione ma i pediatri di libera scelta e i medici di medicina generale hanno un ruolo importante come possibili convenzionati nel caso non vi siano centri vaccinali a sufficienza e quindi capaci di coprire la domanda”, spiega la professoressa Maria Triassi, direttore del Dipartimento di sanità pubblica del Policlinico di Napoli.
In Campania, però, solo il 60% delle donne oggi è regolarmente vaccinato. Questi vaccini saranno l’arma che permetterà di sconfiggere i tumori non solo genitali ma anche del cavo orale. Occorre, però, che l’azione si ampli alle zone dell’Europa ancora scoperte in tal senso. Come spiega Stefano Greggi, direttore scientifico di ginecologia della Fondazione Pascale: “Con l’introduzione dei test Hpv si sta rovesciando la strategia di screening ma dobbiamo considerare che l’Europa, ancora area privilegiata in questo senso, patisce di una parte in cui la prevenzione non avviene, come nell’Est, zona dalla quale arrivano numerosi immigrati nelle nostre zone”.
Anche la diagnostica per immagini di laboratorio può essere un utile strumento di prevenzione: “Metodiche di laboratorio e di imaging consentono di intercettare subito i primi segnali affinché la diagnosi sia precoce e la prognosi sia fausta”, spiega il dottor Gianni Varelli.
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