Lancia l’ennesimo appello contro la guerra e la violenza e va in visita ai carcerati di Frosinone con i quali celebrerà il rito del Giovedì santo della lavanda dei piedi: Papa Francesco si mette dalla parte dei deboli, ai quali le imprese militari continuano a sottrarre risorse e condivide la sua riflessione della vigilia di Pasqua in un’intervista alla “Repubblica”.
Mentre sullo scenario mondiale le tensioni sembrano acutizzarsi e aggravarsi ogni giorno, Bergoglio dice: “Mi viene solo da chiedere con più forza la pace per questo mondo sottomesso ai trafficanti di armi che guadagnano con il sangue degli uomini e delle donne”.
La sua visita ai carcerati nella Casa di reclusione di Paliano, in occasione della Messa in Coena Domini, la spiega così: “Alcuni dicono che sono colpevoli. Io rispondo con la parola di Gesù: chi non è colpevole scagli la prima pietra. Guardiamoci dentro e cerchiamo di vedere le nostre colpe. Allora, il cuore diventerà più umano”. E aggiunge: “Il brano evangelico del giudizio universale dice ‘Sono stato prigioniero e siete venuti a trovarmi’. Ecco, il mandato di Gesù vale per ognuno di noi, ma soprattutto per il vescovo che è il padre di tutti”.
Il Santo Padre crede che “oggi il peccato si manifesti con tutta la sua forza di distruzione nelle guerre, nelle diverse forme di violenza e maltrattamento, nell’abbandono dei più fragili. A farne le spese sono sempre gli ultimi, gli inermi. Mi viene solo da chiedere con più forza la pace per questo mondo sottomesso ai trafficanti di armi che guadagnano con il sangue degli uomini e delle donne. Come ho detto anche nel recente messaggio per la giornata mondiale della pace, il secolo scorso è stato devastato da due guerre mondiali micidiali, ha conosciuto la minaccia della guerra nucleare e un gran numero di altri conflitti, mentre oggi purtroppo siamo alle prese con una terribile guerra mondiale a pezzi. Non è facie sapere se il mondo attualmente sia più o meno violento di quanto lo fosse ieri, né se i moderni mezzi di comunicazione e la mobilità che caratterizza la nostra epoca ci rendano più consapevoli della violenza o più assuefatti a essa”.
Secondo Francesco, l’unica cosa che ottiene la guerra è di recare benefici solo a pochi “signori della guerra”. E ancora: “L’ho detto più volte e lo ridico: la violenza non è la cura per il nostro mondo frantumato. Rispondere alla violenza con la violenza conduce, nella migliore delle ipotesi, a migrazioni forzate e a immani sofferenze, poiché grandi quantità di risorse sono destinate a scopi militari e sottratte alle esigenze quotidiane dei giovani, delle famiglie in difficoltà, degli anziani, dei malati, della grande maggioranza degli abitanti del mondo. Nel peggiore dei casi può portare alla morte, fisica e spirituale, di molti, se non addirittura di tutti”.