20mila vaccini “dubbi” in Friuli. L’infermiera si difende: “Falso, ho la coscienza a posto”

di Redazione

Non solo Treviso. Vaccinazioni “dubbie” (oltre 20mila) sarebbero state eseguite anche Codroipo, in provincia di Udine, nei giorni in cui l’assistente sanitaria trevigiana Emanuela Petrillo, sospettata per le “finte vaccinazioni”, era in servizio.

I vertici della task force regionale per i vaccini, riferiscono che di queste vaccinazioni 7.500 sono quelle per Esavalente (difterite, tetano, pertosse, poliomielite, emofilo B, epatite B); 4mila per Mnrv (morbillo, parotite, rosolia, varicella); 2mila per pneumococco; 4.700 per Tbe (encefalite da zecche) e 350 per Hpv (papilloma virus). Saranno ripetute tutte per il principio di massima precauzione.

Inoltre, una serie di nuovi esami, con valore legale, saranno eseguiti sui soggetti che potrebbero aver ricevuto una “finta” dose di vaccini in Friuli. La necessità è stata manifestata dalla magistratura che sta definendo un nuovo piano di controlli. “Naturalmente, a quanto ci hanno riferito i magistrati – ha riferito l’Aas3 – gli esami verranno effettuati solo con il consenso dei genitori. Confidiamo tuttavia in una ampia collaborazione da parte di tutti, perché anche l’aspetto legale sia definito in modo completo”.

E mentre le due Usl di Treviso (dove otto bambini su dieci trattati da Petrillo non avrebbero ricevuto il vaccino) e di Udine-Codroipo già sono pronte a chiedere i danni (100mila euro la prima, 500mila euro la seconda) dovendo sottoporre a nuova vaccinazione migliaia di bambini (poco meno di 10mila), la Petrillo, 30 anni, di Casier, si difende. “Non so spiegarmi perché tutti quei bambini non risultino vaccinati – ha spiegato al proprio legale Paolo Salandin – ma io so di aver somministrato il farmaco, rispettando tutte le procedure”. “È sicuramente un’anomalia che non so spiegarmi. – riferisce in un’intervista a Il Gazzettino – So però per certo che può bastare uno sbalzo di temperatura per far perdere efficacia a un vaccino. A Udine inoltre non c’è un confronto con i dati delle mie colleghe. Se anche per loro le percentuali fossero simili alle mie non ci sarebbe più un’anomalia”. L’infermiera si è detta poi favorevole alle vaccinazioni e attacca gli accusatori di non aver spiegato secondo quale criterio avrebbe fatto distinzioni tra chi vaccinare e chi no. “Ho la coscienza a posto. – conclude poi – So di aver fatto sempre il mio dovere durante le vaccinazioni. Ho seguito i protocolli con scrupolo, eseguendo le operazioni con professionalità perché le ritenevo giuste”.

L’avvocato Salandin è molto cauto: “Per il momento ci dobbiamo confrontare su numeri e percentuale riportate dalla stampa. Le anomalie evidenziate sono macroscopiche e agli occhi di un profano inspiegabile. Ma noi attendiamo ancora di sapere cosa ci viene tecnicamente contestato. Petrillo – aggiunge – era stata indagata per abuso d’ufficio a Treviso e poi archiviata. Ora lo sarebbe nuovamente sia a Treviso che a Udine. Ma a Petrillo non è giunta nessuna comunicazione dalla Procura, nonostante abbia immediatamente offerto la propria disponibilità a farsi interrogare”.

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