Adesca ragazza su Facebook e la costringe a prostituirsi: arrestato

di Redazione

L’adesca su Facebook e la costringe a prostituirsi. E’ accaduto a Cerignola (Foggia), dove la polizia ha arrestato un uomo di 40 anni per estorsione e induzione e sfruttamento della prostituzione nei confronti di una ragazza. L’arrestato è un incensurato, originario del Gargano, ma residente a Cerignola. La giovane, 27enne, ha presentato denuncia il 17 maggio dichiarando di essere vittima di una serie di minacce e richieste estorsive da parte di un uomo che l’aveva adescata su Facebook presentandosi come ragazzo immagine di noti locali notturni di Roma, con tanto di fotografie e muscoli ben in vista.

L’uomo si era presentato come ragazzo immagine di noti locali notturni di Roma, con tanto di fotografie e muscoli ben in vista. Dopo un primo periodo di semplice amicizia virtuale, adducendo di voler raccontare di questa amicizia al fidanzato della ragazza, al quale aveva già inviato una richiesta di amicizia non accolta, era riuscito a farsi inviare dalla stessa un video ed una serie di fotografie che la ritraevano completamente nuda.

Da qui ancora il ricatto che, se la donna non avesse provveduto ad inviargli ulteriori video e fotografie hard, avrebbe detto tutto alla famiglia della stessa e al fidanzato. Proprio in questo momento, l’uomo pensava bene di creare un ulteriore profilo su Facebook, nel quale si presentava alla ragazza come un investigatore privato e, approfittando dello stato di angoscia in cui versava la vittima, si proponeva di aiutarla nel momento in cui ne avesse avuto bisogno.

La ragazza, dopo un primo momento di titubanza, poiché ancora ricattata dall’uomo che si celava dietro il primo profilo creato, decideva di farsi aiutare dal fantomatico investigatore privato, il quale le prometteva che avrebbe cancellato tutti i suoi video presenti sul telefono e su tutti gli apparecchi elettronici del suo aguzzino, mediante l’invio di alcuni virus, al costo di 3mila euro. La ragazza accettava e la stipula del contratto avveniva mediante la registrazione di un video durante il quale la donna dichiarava le sue generalità e di assumere un investigatore privato per risolvere alcuni problemi personali.

Quindi, il finto investigatore faceva credere alla ragazza di aver provveduto a cancellare i video e le foto, eliminando e facendo sparire il primo profilo falso creato per adescare la donna. A questo punto, richiedeva alla ragazza di corrispondergli la cifra pattuita, anche a rate, aggiungendo che, se non avesse avuto la possibilità di pagare in contanti, avrebbe potuto pagare o mediante la consegna di oggetti personali o mediante prestazioni sessuali; in quest’ultimo caso, avrebbe decurtato dalla cifra pattuita 30 euro a prestazione. La donna cominciava a pagare consegnando i suoi risparmi, di persona, all’interno di un garage sito in una via centrale di Cerignola, mediante l’incontro con il suo aguzzino che, per non essere riconosciuto, indossava un passamontagna, intimorendo ancor più la povera malcapitata.

Poiché la ragazza non poteva più sopperire alla richiesta di denaro, avendo terminato tutti gli oggetti di valore in suo possesso, decideva di avere rapporti sessuali con l’uomo, al fine di estinguere, quanto prima, il suo debito. Essendo il debito della 27enne quasi estinto, mediante un ulteriore stratagemma e la creazione di ulteriori profili falsi su Facebook, l’uomo faceva credere alla donna di essere oggetto d’indagine da parte di un finanziere in servizio a Foggia, in merito alla vendita di alcuni oggetti usati su un gruppo aperto di Facebook, oggetti che la ragazza aveva effettivamente venduto, proprio per sopperire alle richieste di denaro fatte dall’uomo. Il presunto finanziere, del quale era stato creato un ulteriore profilo falso, informava la donna che era oggetto d’indagine dicendole che egli era in possesso di alcuni video hard girati dalla donna; per chiudere bonariamente tutta la questione, diceva alla donna che avrebbe dovuto avere rapporti sessuali con lui e con altri suoi colleghi.

Non essendo disposta a cedere a queste richieste, la ragazza decideva di contattare nuovamente quello che per lei era un angelo custode, l’investigatore privato, il quale le diceva che questa volta aiutarla sarebbe stato più difficile, trattandosi di un esponente delle forze dell’ordine e che, pertanto, bisognava contattare un ulteriore personaggio che avrebbe provveduto a rubare materialmente tutto il materiale in possesso del finanziere, ma che questo aveva un costo di 300mila euro. Per far fronte a questa spesa, la ragazza avrebbe dovuto prostituirsi per lui e avrebbe dovuto versare la cifra di 500 euro al giorno, per il tramite dell’investigatore privato. La vittima, pur di mettere fine a tutta questa storia, accettava; ancora una volta l’ulteriore personaggio, il presunto finanziere, spariva ed il finto salvatore della donna cominciava a richiederle ulteriore denaro.

Il malfattore inseriva il numero telefonico della ragazza su un famoso sito internet d’incontri. Forniva alla donna un orologio in grado di registrare video ed una chiave per accedere al garage di sua proprietà. Alcuni clienti cominciavano a contattare la donna che, inizialmente, tentava di prendere tempo ma, poiché minacciata, decideva di incontrare, avendo l’obbligo di registrare i suoi incontri mediante l’orologio fornitogli, in modo che il suo aguzzino avrebbe potuto contare i clienti della donna e, probabilmente, in futuro, estorcere del denaro anche agli ignari consumatori di sesso. Sette, in tutto, i clienti ricevuti, nessuno di Cerignola.

La ragazza riusciva a gestire la cosa solo per qualche giorno, fino a quando, in lacrime, in piena notte per non essere vista, si presentava presso il commissariato di Cerignola e raccontava l’accaduto, aggiungendo che, ormai, da tre giorni non consegnava più soldi e che veniva minacciata pesantemente se entro il giorno successivo non avesse versato la somma di 1500 euro. La ragazza mostrava i messaggi minatori che le venivano inviati, acquisiti dai poliziotti.

Gli agenti suggerivano alla ragazza di stare al gioco e di accettare un incontro con l’uomo per il giorno successivo, dicendogli che gli avrebbe consegnato il denaro e gli avrebbe parlato della sua situazione diventata ormai insostenibile. L’uomo accettava l’incontro, all’interno del solito garage, incontro che si sarebbe tenuto il giorno successivo a quello della denuncia. La mattina seguente, la donna disponeva solo di 220 euro, la somma veniva fotocopiata prima della consegna e, quindi, partiva per recarsi all’appuntamento, mentre i poliziotti si trovavano già appostati, in osservazione, proprio all’interno del garage, nascosti in un’intercapedine esistente, in modo da non essere visti e controllare che alla ragazza non accadesse nulla di grave.

Avvenuta la consegna del denaro, fatta allontanare la ragazza in modo da porla in sicurezza, gli agenti bloccavano l’uomo. Veniva eseguita perquisizione personale e locale che consentiva di rinvenire la somma di denaro appena consegnata dalla ragazza, l’orologio capace di registrare video e una serie di oggetti per l’autoerotismo, oltre ad un’ulteriore e cospicua somma di denaro. L’uomo veniva dichiarato in stato d’arresto ed accompagnato nella casa circondariale di Foggia, a disposizione dell’autorità giudiziaria procedente. Ha anche spiegato di essere intenzionato a fornire dichiarazioni spontanee ma in sede di interrogatorio si è avvalso della facoltà di non rispondere.

La ragazza si lasciava andare ad un pianto liberatorio, ringraziava i poliziotti per il loro operato, rimanendo incredula nello scoprire che dietro le minacce e le angherie subite vi era un solo uomo che era stato capace di sottometterla e farla cedere ai suoi ricatti. Al vaglio degli agenti sono ora gli apparati elettronici sottoposti a sequestro per comprendere se, oltre alla vittima che ha avuto il coraggio di denunciare i soprusi ricevuti, vi siano altre ragazze che non hanno avuto lo stesso coraggio.

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