Sesso in corsia all’ospedale di Caserta, la direzione smentisce: “No a macchina del fango”

di Redazione

L’Azienda Ospedaliera di Caserta “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta interviene sulle notizie, diffuse nella giornata di ieri, riguardanti l’esistenza di una vera e propria organizzazione che gestirebbe una stanza per incontri di sesso a pagamento. A denunciarlo il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, componente della Commissione Sanità, raccontando che a “La Radiazza” di Gianni Simioli era arrivata la telefonata di un ascoltatore che denunciava un giro di prostituzione che coinvolgerebbe alcune infermiere dell’ospedale del capoluogo di Terra di Lavoro.

“Il radioascoltatore ha raccontato di essere stato adescato con la scusa di un caffè che si è poi trasformato in un rapporto sessuale consumato in un bagno del reparto al costo di 50 euro”, ha continuato Borrelli, aggiungendo che “la prostituzione avverrebbe in alcuni ambulatori che, di notte, sono chiusi, ma anche nelle scale di emergenza che non sono frequentate, soprattutto nelle ore notturne”.

Borrelli ha chiesto ai vertici dell’ospedale casertano di fare una verifica immediata per accertare le denunce e identificare le responsabili che devono essere “licenziate immediatamente visto che, con la loro ‘assenza’, metterebbero anche a rischio la vita dei pazienti che potrebbero non ricevere l’assistenza immediata in caso di necessità”.

Ma sia dalle forze dell’ordine che dalla direzione del nosocomio il caso viene categoricamente smentito. La direzione strategica dell’ospedale, infatti, nelle persone del direttore generale facente funzioni Giovanni De Masi e del direttore sanitario Giulio Liberatore, respinge con fermezza quelli che definisce “i tentativi di innescare contro l’azienda l’ennesima macchina del fango e i metodi di certa stampa, assolutamente privi di contraddittorio, approfondimenti e riscontro delle notizie”, sottolineando di non voler comunque sottovalutare l’allarme sociale destato dalle notizie, considerandole “dei veri e propri campanelli di allarme che, investendo il nome dell’ospedale, la sua sicurezza, il comportamento del personale e così via, possono determinare, o determinano, negli utenti, ingiustificata sfiducia anche nei confronti di  professionalità, delle dirigenza medica e del comparto, che garantiscono prestazioni di altissimo livello medico-chirurgico”.

In tal senso, dopo aver adottato provvedimenti di salvaguardia della struttura, con il rafforzamento del servizio di guardiania notturna, la direzione aziendale ha ritenuto di dover convocare ad horas le organizzazioni sindacali alle quali è stato chiesto di essere coadiuvata in una costante attività di vigilanza interna per segnalare eventuali criticità che – se dovessero effettivamente sussistere – saranno represse con ogni strumento consentito dalla legge.

Le organizzazioni sindacali, all’unanimità, hanno assicurato la massima collaborazione, evidenziando che “l’obiettivo comune da raggiungere è il rilancio dell’azienda ospedaliera di Caserta e della sua immagine, quella vera, fatta di lavoro, di impegno, di personale qualificatissimo che opera con abnegazione. Una struttura che nei decenni è stata esempio di sanità di altissimo livello non può accettare che ancora oggi, a causa di eventi indipendenti dalle volontà di chi effettivamente e quotidianamente lavora per garantire la salute dei cittadini, venga additata ancora come ospedale del ‘malaffare’”.

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