Gli agenti del commissariato di polizia di Augusta (Siracusa) hanno dato esecuzione a sette misure cautelari per avere favorito la concessione della cittadinanza italiana a stranieri che non avevano i necessari requisiti, e per corruzione. Tra gli arrestati anche dipendenti dei Comuni di Floridia, Augusta e Siracusa.
Coinvolti Cleber Zanatta, 43 anni, la moglie Sabrina Dos Santos, di 32, di origini brasiliane il fratello Diego Zanatta, 29, tutti residenti a Siracusa, il primo finito in carcere, gli altri due ai domiciliari; Antonio Mameli, 65 anni, impiegato del comune di Augusta, Angelo Zappulla, 63, e Carmelo Lo Giudice, 61, entrambi residenti a Floridia e dipendenti al Comune allo Stato civile, assegnati ai domiciliari; e L.R., 55 anni, impiegato del comune di Siracusa, per il quale è stata solo predisposta l’interdizione dai pubblici uffici. Sono accusati, a vario titolo, di aver favorito la concessione della cittadinanza italiana a stranieri che non avevano i necessari requisiti richiesti dalla normativa vigente.
L’attività investigativa, avviata nell’aprile del 2016, ha posto l’attenzione su un notevole ed anomalo afflusso di cittadini brasiliani, riscontrato già dalla fine dell’anno precedente, i quali, dopo aver fatto ingresso in Italia in esenzione del visto per soggiorni di breve durata così come previsto dalla relativa disciplina comunitaria, raggiungevano alcuni Comuni della Provincia di Siracusa ed ottenevano in breve tempo il riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis, per poi richiedere il rilascio del passaporto. Altro elemento distonico era la costante che tutto l’iter burocratico era gestito da Cleber Zanatta, titolare dell’omonima agenzia disbrigo pratiche, con sede a Siracusa.
Gli investigatori del commissariato di Augusta, pertanto – coordinati dal pm Tommaso Pagano – focalizzavano le indagini su quelle pratiche per cui appariva anomala la rapida tempistica di definizione. Infatti, il Comune interessato deve compiere in questi casi una complessa attività amministrativa, che normalmente richiede una meticolosa verifica non solo della genuinità della documentazione esibita dall’istante, ma anche delle contro-verifiche nello Stato di origine dello stesso richiedente (come la discendenza diretta da un avo italiano, l’assenza di interruzione nella trasmissione della cittadinanza, la non naturalizzazione straniera dell’avo e l’assenza di dichiarazioni di rinuncia alla cittadinanza italiana dei discendenti).
In effetti, gli accertamenti, esperiti con metodologie tradizionali e con l’ausilio di strumenti tecnologici, permettevano poi di acclarare l’esistenza di una organizzazione criminale, con a capo Cleber Zanatta che, con la complicità della moglie Sabrina Dos Santos e del fratello Diego, era finalizzata a far ottenere l’illegittimo riconoscimento della cittadinanza con “la connivenza” di impiegati comunali appositamente corrotti. Questi ultimi, ricevendo come corrispettivo somme di denaro, fornivano un contributo decisivo all’attività posta in essere sia nella velocizzazione delle pratiche che nell’omissione dei dovuti controlli.
Le investigazioni hanno evidenziato, tra l’altro, come l’attività di Zanatta fosse radicata sia a Siracusa che nei limitrofi comuni di Augusta e Floridia dove, al fine di agevolare lo svolgimento dell’iter procedurale, si ponevano a disposizione dei “clienti” numerose abitazioni, essenziali per individuare la competenza del comune di residenza al rilascio della cittadinanza italiana.
Il modus operandi dell’agenzia disbrigo pratiche “Zanatta srl” prevedeva l’aggancio dei “clienti” tramite un blog, denominato “cleberzanatta.com.br”, che proponeva dei “pacchetti” all inclusive, comprendenti il viaggio, il transfer dall’aeroporto di Catania Fontanarossa alle abitazioni e viceversa, l’alloggio e l’assistenza nell’iter procedurale in argomento, assicurandone l’esito positivo in soli tre mesi. Il costo pro capite corrispondeva a 3.500 euro.
I neo cittadini italiani, circa 500, una volta ottenuto il titolo valido per l’espatrio, in numerose occasioni si dirigevano, per espletare attività lavorativa, verso altri paesi dell’unione europea sfruttando lo status di cittadino comunitario. L’attività illecita ha consentito all’organizzazione di ottenere profitti per diversi milioni di euro, poi reinvestiti in Brasile in attività economiche ed imprenditoriali, fra cui l’acquisto di terreni per la realizzazione e gestione di un’azienda agricola.
Le somme di denaro illecitamente percepite venivano trasferite in Brasile da Sabrina Dos Santos, che ricevuto il denaro contante, incoraggiata, istruita e coadiuvata dai fratelli Zanatta, lo nascondeva addosso in occasione dei viaggi aerei verso il paese d’origine.