Una comitiva in vacanza con bambini e con il portafoglio pieno di banconote finte usate come vere. La banda di falsari, sgominata dai carabinieri a Sorrento (Napoli), prendeva di mira i cambiavalute per i turisti anche nei centri commerciali: entrava in azione, in orari sicuri tra la tarda serata o all’alba, per portar via denaro contante.
Sulle loro banconote c’era la vistosa scritta “fac-simile” per evitare eventuali contestazioni, ma ciò non impediva di trarre in inganno le macchinette cambiasoldi o i distributori, incassando diverse centinaia di euro alla volta e, in una occasione, anche oltre duemila euro. Sette gli indagati.
I militari di Sorrento, coordinati dalla Procura di Torre Annunziata, hanno notificato quattro arresti domiciliari e tre obblighi di firma. I reati contestati, a vario titolo, sono di furto aggravato. Gli arrestati sono Nunzia Esposito, di 36 anni, Vincenzo Varriale, 37 anni, Antonio Esposito di 25 anni e Maria Amato, di 27 anni, tutti di Napoli.
La scritta “fac-simile” sul falso biglietto da 10 euro era evidente e serviva a evitare possibili contestazioni, ma la filigrana aveva caratteristiche tali da far risultare idonea la banconota al controllo dei distributori automatici. Questo l’ingegnoso sistema usato per ricevere da riproduzioni di biglietti da 10 euro denaro contante nelle macchinette cambiasoldi o prodotti dai distributori automatici.
Fingendosi turisti, spesso anche in compagnia di minori non imputabili, i falsari si recavano negli esercizi commerciali dotati di distributori e, nelle ore più tranquille (a tarda sera o all’alba), portavano via merce e denaro contante (in un colpo solo anche duemila euro).
Nella nota a firma del procuratore Alessandro Pennasilico, si sottolinea che ad esaminare i falsi 10 euro sono stati i militari del comando di antifalsificazione monetaria che hanno scoperto le caratteristiche della carta nel cui impasto risultavano “fibrille luminescenti” che ingannavano i raggi ultravioletti.
Per realizzarli si erano utilizzati doppi sistemi di stampa con l’impiego di un toner visibile agli infrarossi. Proseguono le indagini per individuare i canali di produzione e approvvigionamento dei bigliettoni.
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