Con la cornice di un pubblico attento ed interessato, sabato 20 maggio è stato presentato nei locali dell’associazione “Terra Nostra” di Carinaro il libro di Ismaele La Verdera “Il mio nome è Zoccola. Per la camorra sono un figlio di puttana”.
L’appuntamento organizzato dall’associazione culturale, presieduta da Serena Marino, già previsto per sabato 13 e rinviato a causa di sopravvenuti impegni di Benedetto Zoccola, introdotto dal dottor Mario Moretti, membro dell’associazione, è stato coordinato dal giornalista Francesco Paolo Legnante che, con le sue intelligenti provocazioni, ha dato l’occasione al protagonista Benedetto Zoccola, vicesindaco di Mondragone, di ripercorrere alcune tappe più significative della coraggiosa e temeraria sfida da lui ingaggiata contro la camorra di Mondragone, terra spesso incontrastata di gruppi criminali legati ai La Torre, Fragnoli, Gagliardi e altri.
Una sfida che gli ha lasciato segni indelebili sul suo corpo a causa di un terribile attentato dinamitardo e che lo costringe da oltre quattro anni a vivere sotto scorta. La scelta di Zoccola di stare dalla parte della legalità, frutto di una adesione convinta e consapevole ai valori di libertà e di democrazia, pur se gli comporta rinuncia e sacrifici, lo rende particolarmente sereno perché certo che la battaglia che porta avanti, contribuisce al riscatto e allo sviluppo democratico delle nostre terre.
Interessante il dibattito che ne è seguito che ha visto tra gli altri gli interventi di Salvatore Affinito, Mario Masi, Lello Sardo, G.Parente e Stefano Masi.