Aversa – E’ arrivato all’Arena di Massimo Giletti il problema dei parcheggiatori abusivi presenti ad Aversa, in particolare nell’area circostante il tribunale Napoli Nord. Un servizio lungo in cui è stato ribadito, per chi ancora avesse dei dubbi, la diffusione generalizzata del fenomeno nella penisola.
L’obiettivo era chiarire il perché esiste, se è collegato con la criminalità organizzata e che cosa si può fare per debellarlo. Per questo era stato invitato in studio Stefano Guarino, comandante della polizia municipale di Aversa, presa sotto tiro, come ha ricordato Giletti, da Striscia la Notizia per presunti mancati interventi tesi a ridurre o, se possibile, cancellare il fenomeno.
Un intento meritevole che però ha dimostrato ancora una volta la capacità del presentatore di annullare il contributo alla conoscenza della verità che può essere fornito dagli ospiti in studio per dare, di fatto, solo informazioni che fanno ascolto. Così è accaduto che ogni volta che Giletti ha rivolto una domanda a Guarino non gli abbia poi lasciato il tempo necessario a dare riposte complete interrompendolo con osservazioni, contributi video raccolti dai suoi inviati.
Persino quando ha chiesto al comandante che cosa la Polizia municipale avesse fatto per contrastare l’attività degli abusivi in zone diversa da quella del tribunale, dove sarebbe intervenuta a seguito del servizio di Striscia, ha impedito che venisse fornita una risposta completa annunciando di dover chiudere e cambiare argomento avendo Renzi dall’altro lato dello studio.
Così Stefano Guarino, riferendosi in particolare ad uno degli abusivi intervistati da Abete, ha potuto solo ricordare che oltre ad aver denunciato ben 12 volte quell’abusivo, averlo arrestato e avere anche operato una perquisizione domiciliare per le minacce fatte ad un agente della polizia municipale senza poter andare oltre e chiarire tutti gli aspetti della questione.
Gli unici che hanno potuto parlare senza vedersi porre limiti sono stati gli ospiti “big”, parlamentari e giornalisti di fama, per la “gente” comune non c’era più tempo. Renzi non poteva aspettare.
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