“Sono loro (quelli che ‘inquinano’ la nostra terra) a dover essere cacciati via e non noi costretti ad andare via”. Ad affermarlo il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, nel corso di un convegno tenutosi, nella mattinata di ieri, all’Ite ‘Alfonso Gallo’ di Aversa con il significativo titolo “La corruzione nega il futuro”.
Con Cantone presenti anche la presidente del tribunale di Napoli Nord in Aversa, Elisabetta Garzo, la senatrice del Partito Democratico Rosaria Capacchione e il presidente della Camera Penale di Aversa, l’avvocato Paolo Trofino, moderatrice l’avvocato Maria Lampitella.
Ad aprire i lavori, dinanzi ad un folto numero di studenti che, successivamente, hanno dimostrato il proprio interesse con diverse domande a Cantone, i saluti della dirigente scolastica Vincenza Di Ronza e del capo del dipartimento delle discipline giuridiche Donato Gatto.
Nel suo intervento, la presidente Garzo ha fornito ai ragazzi presenti un quadro generale sull’incidenza del fenomeno corruttivo nel tribunale normanno che, seppur di recente istituzione, ha già all’attivo alcuni importanti processi per corruzione.
E’ intervenuto, poi, Trofino, dando ai ragazzi una prospettiva di speranza in un futuro di meritocrazia. Di seguito Capacchione che ha evidenziato il fenomeno corruttivo dal punto di vista sociale, dalla semplice raccomandazione alla mazzetta per gli appalti pubblici.
Ultimo e pregnante intervento è stato quello del presidente Cantone, che, con linguaggio semplice e diretto, adeguato all’uditorio di giovani studenti delle classi quinte, dopo aver analizzato i vari settori della società nei quali si insinua e si manifesta la corruzione, ha invitato i ragazzi ad essere sempre vigili su tutto quello che accade, ad esigere la trasparenza nella scuola come nella vita, per riappropriarsi del loro territorio, isolando coloro che cercano di mortificarlo, a diffidare di tutti quelli che gli fanno credere che i problemi sono facili da risolvere e che sta nelle loro mani il futuro.
“Forse i ragazzi sono molto più interessati – ha detto Cantone – a vedere gli esempi che non le parole, forse perché sono il frutto di una generazione che ha una capacità non particolare di informarsi, ma una teorica possibilità di farlo grazie a strumenti informatici eccezionali”.
Grande entusiasmo tra i giovani per aver avuto la possibilità di confrontarsi, con le loro domande, con il magistrato apprezzandone, pur nel suo importante ruolo istituzionale, la semplicità, la chiarezza, l’amore per questo territorio che non ha mai deciso di lasciare.